Fermignano, meningite fulmina Antonio Il dirigente d'azienda muore all'ospedale

Fermignano, meningite fulmina Antonio Il dirigente d'azienda muore all'ospedale
FERMIGNANO - La setticemia provocata da meningite da pneumococco, non contagiosa, ferma il sistema cardiocircolatorio di Antonio Saudelli, 64 anni, residente a Fermignano, quadro...

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FERMIGNANO - La setticemia provocata da meningite da pneumococco, non contagiosa, ferma il sistema cardiocircolatorio di Antonio Saudelli, 64 anni, residente a Fermignano, quadro di una nota azienda locale, ricoverato d’urgenza nell’ospedale di Fabriano dopo che il pronto soccorso di Urbino, la sera di lunedì scorso, aveva riconosciuto la gravità del caso portando a termine vari accertamenti tra cui la tipizzazione e l’identificazione del ceppo dal prelievo del liquido.

   
Non c’erano a disposizione camere di rianimazioni singole, per questo si è deciso di trasferirlo, nella notte, a Fabriano. Lì, c’era una camera di rianimazione singola ma Saudelli è spirato per le conseguenze del processo infettivo nella tarda mattinata di martedì. Colpito, anche il cuore speciale di questo uomo mite, intelligente e buono che si è arrestato per sempre. La meningite da pneumococco, a differenza di altri tipi di meningite, non dà origine a focolai epidemici. Per questo motivo non richiede interventi di profilassi. Si terranno oggi, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di Fermignano, i funerali dell’uomo apprezzato per le sue doti di umanità ed equilibrio. Ieri sera, nella stessa chiesa, il partecipato rosario. Ancora una volta l’intera comunità di Fermignano è a chiedersi il perché di questa celere tragedia che lascia la collettività orfana di una persona che ha fatto del collante sociale la sua peculiarità di vita. Chi non lo ricorda, Antonio, tra i fondatori della pallacanestro in riva al Metauro che porterà in questa cittadina successi e visibilità sportiva? Chi non lo ricorda Antonio con il “gruppo” di amici (Piero, “Peppone”, Paolo, Alessandro, Corrado, Oberdan, Doriano, Claudio, Adriano, Aldo….) a scorazzare su e giù per il campetto, con i canestri ciondolanti, di via Matteotti dove le ginocchia si riempivano di abrasioni ?
 

La sua scomparsa rattrista Fermignano intera ma la sua solo presenza in mezzo ai concittadini lascerà un ricordo grato in tutti quello che lo hanno conosciuto. Lascia la moglie Luana, i figli Alessandro, Giovanni e Giuditta, le sorelle Letizia ed Alessandra e l’anziana madre Rita oltre un mare di parenti e amici in lacrime. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico