Fano, un femore affiora dalle onde: 9 mesi fa fu rinvenuto un omero

Il femore sugli scogli della spiaggia di Fosso Sejore
FANO - Macabra scoperta davanti alla spiaggia libera di Fosso Sejore a Fano. Un osso, molto simile a un femore umano, è stato trovato in mare nella mattinata di sabato...

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FANO - Macabra scoperta davanti alla spiaggia libera di Fosso Sejore a Fano. Un osso, molto simile a un femore umano, è stato trovato in mare nella mattinata di sabato scorso e adesso è conservato nelle celle frigorifere dell’obitorio.


Il mistero sulla natura del reperto (umano o animale?) dovrà essere sciolto dagli accertamenti medico legali: il pm Silvia Cecchi si prepara infatti ad assegnare l’incarico. Il ritrovamento ha innescato un effetto a catena su Facebook: risulta che un omero (un osso del braccio) sia stato recuperato sulla spiaggia più o meno nella stessa zona durante il gennaio dell’anno scorso.

L'ultima scoperta è stata fatta dalla fanese trentaseienne Anita Paoloni stava raccogliendo conchiglie insieme con i suoi due figli quando, fra le 9.30 e le 10.15 di sabato, la sua attenzione è stata attirata da qualcosa di insolito che galleggiava in mare, trattenuto da un gruppo di scogli. Era l'osso.

«Non abbiamo alcuna certezza che si tratti di un osso umano, abbiamo prelevato il reperto su disposizione della magistratura e lo abbiamo consegnato al personale dell’obitorio a Fano, dove saranno effettuati gli accertamenti necessari», ha specificato ieri Clara Iasella, la comandante dell’ufficio circondariale marittimo, smentendo le notizie circolate sul web.

Nel gennaio 2017, un omero era stato trovato sulla spiaggia di Fosso Sejore da Ileana Travani, fanese di 40 anni, mentre passeggiava. «Era un osso molto usurato - racconta -, a colpo d’occhio vecchio e umano, nello stesso punto dell’attuale ritrovamento».

Paoloni l’ha segnalato sul gruppo Facebook della trasmissione Chi l’ha visto? «Frequento anche Reddit – spiega – che considero un gruppo serio e che mi ha permesso di raggiungere un bio-archeologo. Dopo avere osservato le fotografie, mi ha risposto in inglese che potrebbero essere entrambi ossi di un uomo robusto, ma non è detto della stessa persona, rimasti per molto tempo nello stesso posto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico