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FANO - Sette grandi occhi vigilano ora sull’area antistante la Rocca Malatestiana. C’è voluto un po’ perché il progetto di videosorveglianza trovasse attuazione e non si può ragionevolmente escludere che nella sua brutalità l’aggressione dell’8 maggio da parte di un gruppuscolo di facinorosi ai danni di due ragazzi abbia se non altro fatto accrescere la consapevolezza che su quel sito, già teatro di altri fatti disdicevoli, bisognasse organizzare una marcatura stretta e senza altri ritardi.
Alla fine l’operazione ha acquisito una dimensione ancora più ampia. «Siamo riusciti a portare il numero complessivo delle telecamere a sette, introducendo anche due nuovi punti luce e potenziando l’illuminazione esistente» può annunciare l’assessora al decoro urbano Barbara Brunori, precisando che le telecamere sono già collegate alla centrale operativa della polizia locale e che vengono testate in concomitanza con Fano Jazz «anche se ovviamente si tratta di manifestazione totalmente estranea a certi episodi».
Le telecamere sono distribuite sui due punti luce che si affacciano sul parcheggio lato mare e su quello posizionato all’inizio del ponte, garantendo una visione completa dell’intero spazio composto da giardini e aree di sosta.
«Gesto inaccettabile ma mi piace sottolineare due aspetti. Il primo è che i più arrabbiati sono proprio i ragazzi, il secondo è che la cultura del bello e il rispetto della cosa pubblica sono largamente maggioritari tra i nostri giovani. Certi fatti restano isolati». Saranno gli stessi studenti dell’”Apolloni” a restaurare l’opera all’alba del nuovo anno scolastico, mentre sarà cura del personale incaricato rimettere a dimora i fiori lungo il parapetto del ponte Storto, nonostante anche l’ultimo tentativo sia stato frustrato dai soliti ignoti.
«Quel qualcuno che si diverte a sradicarli sappia che a stancarsi sarà prima lui» avverte la Brunori, che proprio in quel punto ha avuto il primo incontro con “Cappello rosso”, l’uomo così ribattezzato per l’inconfondibile copricapo che in questi mesi ha spontaneamente riverniciato ringhiere e sistemato aiuole in giro per la città. Il fatto che sia stato fermato dal Comune ha attirato impopolarità ma il dono di una pianta che l’uomo ha fatto qualche giorno fa alla Brunori significa che i rapporti sono distesi «e che va avanti l’azione per mettere in sicurezza questi encomiabili esempi di cittadinanza attiva, che l’ente pubblico ha il dovere di promuovere finanziandone anche le spese, ma che per forza vanno anche disciplinati e coordinati».
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Corriere Adriatico