Terrorizza l’ex moglie, fa irruzione in casa e di notte la tempesta di telefonate

Terrorizza l’ex moglie, fa irruzione in casa e di notte la tempesta di telefonate
FANO - Le chiamate di notte, le intrusioni in casa e i danneggiamenti. Tunisino a processo per atti persecutori. Ieri in aula il racconto della vittima che con tono deciso ha...

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FANO - Le chiamate di notte, le intrusioni in casa e i danneggiamenti. Tunisino a processo per atti persecutori. Ieri in aula il racconto della vittima che con tono deciso ha detto di non voler affatto ritirare le querele. Lui è un tunisino sulla trentina e la vittima dello stalking è la sua ex moglie, presente in aula. Lei lo aveva già denunciato e lui era stato raggiunto dalla misura del divieto di avvicinamento.

 

Eppure lui una sera dell’ottobre 2019 era entrato a casa sua. Lei ha raccontato di aver aperto il portone e di aver sentito una mano che la tirava dentro. Era lui. Così ha iniziato a urlare ed è scappata spaventata. In un’altra occasione lui aveva approfittato di una finestra semi aperta per entrare e farsi trovare in salotto. Tanto da farla scappare e chiedere aiuto a una vicina di casa prima di chiamare le forze dell’ordine. Una notte lui le aveva fatto ben 25 telefonate per chiedere di poter vedere la figlia minacciando ritorsioni se non lei non avesse esaudito le sue richieste.

 

Situazioni che hanno spinto la donna in uno stato d’ansia e paura per la sua incolumità e per quella della figlia. Tanto da trasferirsi per quella notte da una amica. In un’altra occasione, infrangendo ancora il divieto di avvicinamento all’abitazione della moglie, è stato sorpreso mentre squarciava le gomme dell’auto della donna. Per questo era stato arrestato dagli agenti del Commissariato di polizia di Fano. Alla vista degli agenti, l’uomo aveva tentato la fuga a piedi, abbandonando sul posto la bicicletta e uno zaino contenente anche un grosso coltello di 34 centimetri e una cesoia di 14 centimetri. Poi però stato rintracciato e arrestato dai poliziotti a Fano. Il tunisino era stato trasferito nella casa circondariale di Villa Fastiggi dove tuttora si trova. Oltre agli atti persecutori, gli era stata contestata anche la resistenza a pubblico ufficiale per le spinte agi agenti e i danneggiamenti per le gomme squarciate. 

L’uomo è difeso dall’avvocato Simone Matraxia e dal collega Andrea Paponi. L’udienza è stata rinvitata al 23 febbraio quando il giudice emetterà la sentenza. 

 

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Corriere Adriatico