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FANO - La gradinata del “Mancini” va ricostruita. Continuano ad invocarlo i Cinque Stelle, con il consigliere comunale e supertifoso Panaroni ma ne è convinto anche il vicesindaco Fanesi, che in consiglio comunale, a 5 anni dalla dichiarazione di inagibilità e dal successivo smantellamento dei gradoni (le parti portanti sono state conservate), ha sostenuto che «qualora non giungano indicazioni diverse dall’Alma Juventus Fano si debba procedere».
L’alternativa
Già perché il club granata era stato posto di fronte ad un’alternativa secca. Sul piatto 470mila euro, originariamente destinati alla riqualificazione dell’impianto dei Militari, con la creazione di due campi (uno in sintetico) ed impianto di illuminazione sulla scorta del project financing studiato insieme alla società, ma eventualmente dirottabili (basteranno?) sulla risistemazione di quel settore «perché risorse per fare tutt’e due le cose non sono disponibili».
All’attuale (Russo) era stata anche sottoposta la possibilità di trasferire la sede del club dalla casetta post-sismica ubicata fra tribuna e spogliatoi ai locali in pancia alla curva «che sono stati in parte già liberati, godono dell’agibilità, possono fungere anche da magazzino e risultano facilmente accessibili. Anche le autorità che presiedono all’ordine pubblico - ha rivelato Fanesi - si erano pronunciate favorevolmente».
Non c’è stato però seguito. Di sicuro la sede non verrà ricavata all’interno della gradinata, una volta ristrutturata, e nemmeno troveranno posto lì gli spogliatoi «perché si è già nuovamente intervenuto sui vecchi anche la scorsa estate, rendendoli a norma anche per il campionato di C». L’importante è che adesso si rompano gli indugi «perché l’immagine dello stadio è avvilente e impietoso il confronto non solo con gli altri di C ma anche con alcuni di quelli della D. Oltretutto – ha osservato ancora Panaroni - in questi 5 anni i tifosi sono stati sempre costretti a scegliere fra curva e tribuna».
Sconosciuti i tempi di consegna del nuovo centro natatorio. Lo ha confermato in consiglio l’assessora Brunori, dopo che il presidente della Fondazione Carifano Gragnola aveva evitato di sbilanciarsi e quello della Fanum Fortunae Ricci aveva solo auspicato il termine di fine novembre. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico