FANO - Silvia Romano, la giovane cooperante milanese che operava in Kenya per la onlus fanese Africa Milele, potrebbe trovarsi in Somalia. Questo secondo gli sviluppi...
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Silvia Romano rapita in Kenya: «A Natale era viva, poi è stata venduta a un'altra banda»
«Silvia Romano è viva»: le indagini che riaccendono le speranze
Silvia è stata sequestrata il 20 novembre scorso in un centro commerciale di Chacama, poco fuori la capitale Nairobida un commando di otto uomini armati di fucili Ak47 e granate, arrivati sparando all’impazzata tanto da ferire nell’assalto alcune persone. E per questo gli investigatori ritengono che possa essersi trattato di un sequestro su commissione viste appunto le armi, i mezzi e il numero di uomini impiegati per il rapimento e ritenuti “sproporzionati” rispetto ai gruppi criminali del Kenya. A far propendere per questa tesi c’è anche la direzione di fuga dei rapitori subito dopo il sequestro: la banda fuggì proprio verso la Somalia. Secondo le ultime informazioni sulla cooperante italiana, uscite poco più di un mese fa, Silvia era certamente in vita fino al giorno di Natale, quando poi fu ceduta a un altro gruppo di sequestratori.
I tre componenti della banda che ha agito a Chacama, sono tornati in carcere. Arrestati dalla polizia keniota il 26 dicembre e ora sotto processo nel tribunale di Malind, Ibrahim Adhan Omar, somalo, trovato in possesso delle armi usate nel sequestro, Abdullah Gababa Wario e Moses Luwali Chembe, accusati di aver partecipato all’assalto erano liberi su cauzione: ora sono accusati dalla Procura Generale del Kenya anche di terrorismo e sono tornati in carcere in Kenya. Secondo le ultime informazioni sulla cooperante italiana, uscite poco più di un mese fa, Silvia era certamente in vita fino al giorno di Natale, quando poi fu ceduta a un altro gruppo di sequestratori: secondo la polizia keniota proprio il gruppo dei mandanti del rapimento, e le tracce della cooperante di 24 anni si sono definitivamente perse. Ora il principale ricercato è Said Adan Abdi, sospettato di essere l’organizzatore del rapimento per conto dei mandanti, colui che ha reclutato balordi e criminali locali e ha attrezzato il commando. Il commerciante che ha venduto due motociclette usate per sequestrare Silvia Romano ha testimoniato che l’acquisto è stato eseguito da Said Adan Abdi. Su di lui la polizia ha messo una taglia di un milione di scellini kenioti, circa 8.700 euro.
La collaborazione
Si sta dunque rivelando decisiva la collaborazione tra investigatori italiani e kenyoti così come il supporto offerto dall’intelligence italiana. Nelle prossime settimane, intanto, a quanto si apprende da fonti giudiziarie italiane, è in programma un nuovo incontro tra investigatori dopo quello avvenuto nei giorni scorsi durante il quale le autorità kenyote hanno messo a disposizione del team di inquirenti italiani documenti, verbali e tabulati telefonici. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico