FANO - Probabilmente i nervi sono saltati a entrambe le parti, ma la reazione di un albanese che per ragioni futili ha estratto una pistola, gli ha fatto guadagnare una...
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Il tutto è partito da una manovra errata che effettuata da un automobilista che nell’attraversare l’incrocio semaforico di San Lazzaro, non ha dato la precedenza ad alcuni ragazzi che procedevano a piedi. Ne è nato subito un alterco che ha visto il conducente dell’auto, risultato un albanese di 34 anni, arrivare alle mani con i ragazzi che non si sono certo tirati indietro. Alcuni testimoni raccontano di toni minacciosi, sputi volanti e schiaffi e spintoni. Quello che è accaduto comunque è oggetto di due versioni da parte dei contendenti, versioni che sono al vaglio dei carabinieri. Secondo il racconto dell’albanese, che tra l’altro a sentire il parere dei residenti del quartiere è un brav’uomo che si è stabilito a San Lazzaro con la sua famiglia provenendo dall’entroterra, sarebbe sceso dall’auto con la volontà di scusarsi ma di fronte all’eccessiva reazione dei ragazzi che lo avrebbero preso a maleparole fino a sputargli in faccia avrebbe perso il controllo così che il già acceso diverbio si è trasformato in uno scontro fisico con tanto di spintoni e schiaffi.
La versione fornita dai ragazzi, invece, è diversa: la colpa sarebbe tutta dell’albanese, il quale scendendo dalla macchina di fronte alle rimostranze dei giovani per il pericolo corso, avrebbe reagito in maniera inconsulta, sferrando anche un pugno in faccia a uno di loro. Fatto sta che a un certo punto, il 34enne è risalito in macchina e ne è uscito di nuovo brandendo una pistola che poi si è rivelata un’arma giocattolo, con la quale ha rincorso e minacciato i ragazzi. Raggiuntone uno l’ha fatto inginocchiare e ha preteso le sue scuse. A quel punto tra i tanti che hanno seguito quelle scene da Far West qualcuno ha pensato bene di chiamare i carabinieri e nel giro di poco, vicino al centro commerciale sono arrivati sia i militari che gli agenti di polizia. Ripreso il controllo di sé, l’albanese si è recato nell’altro bar che si trova sempre nel centro commerciale, raccontando quello che gli era successo e mostrando anche la pistola col tappo rosso per comprovare che si trattava di un’arma inoffensiva che in realtà appartiene al figlioletto. Tuttavia i presenti gli hanno consigliato di presentarsi alla Polizia, la quale già messa in allarme, lo stava cercando. Questo gli avrebbe permesso di limitare la pena. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico