«Paga o mostro le tue foto hot» Attacco hacker ai clienti dell'avvocato a Fano

«Paga o mostro le tue foto hot» Attacco hacker ai clienti dell'avvocato a Fano
FANO - Singolare la coincidenza del tentativo di hackeraggio compiuto ai danni dell’avvocato Donatella Catenacci, subito stoppato ma per la quale tuttavia la seccatura non...

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FANO - Singolare la coincidenza del tentativo di hackeraggio compiuto ai danni dell’avvocato Donatella Catenacci, subito stoppato ma per la quale tuttavia la seccatura non è stata di poco conto. Proprio nel giorno in cui la Camera ha approvato la legge che definisce il reato di revenge porn (minaccia per vendetta e ricatto sessuale) relativo alla diffusione di immagini o video privati sessualmente espliciti senza il consenso della persona interessata, un hacker si è introdotto nel sito dell’avvocato appropriandosi delle sue liste: sicuramente dell’indirizzo di un suo cliente.

L’hacker ha contattato l’ignaro cliente e gli ha intimato di spedirgli dei soldi, altrimenti avrebbe pubblicato su web e piattaforme social delle foto intime; il tutto ovviamente all’insaputa della stessa Catenacci che, appena appreso del tentativo di furto della sua password, ha subito presentato denuncia alla polizia postale.
  
Questo il messaggio spedito all’ignaro cliente: «Abbiamo installato un trojan di accesso remoto sul tuo dispositivo. Per il momento il tuo account e mail è hackerato. Ho scaricato tutte le informazioni riservate del tuo sistema e ho anche altre prove. La cosa più interessante che ho scoperto, sono i video dove tu ti masturbi». Il meccanismo, di cui l’hacker fa esplicita menzione, sarebbe stato il seguente: l’ignoto ricattatore avrebbe scaricato un virus sul sito porno consultato dalla sua vittima, di modo che quanto quest’ultima avesse cliccato sul play dello stesso, grazie al virus introdotto, la piccola videocamera frontale del computer sarebbe entrata in azione filmando le pratiche sessuali dello stesso e diffondendole sul web. Di qui il ricatto: «Se tu vuoi che cancelli tutti i dati raccolti devi trasferirmi 530 euro in Btc (se non sai come farlo, cerca come comprare “Bitcoin” su Google)». Segue la traccia del portafoglio Bitcoin in cui versare la somma. Una somma tutto sommato non rilevante che a un navigatore esperto poteva subito far apparire goffo il tentativo del ricatto, ma al tempo stesso così abbordabile da poter indurre il destinatario a spedire la cifra richiesta per levarsi di torno ogni possibilità di discredito seppur artefatta. Appena venuta a conoscenza della cosa, l’avvocato Catenacci si è subito rivolta agli organi competenti, presentando denuncia contro ignoti, tuttavia su disposizione di questi ha dovuto riconformare il suo sito e dotarsi di una nuova password, un impegno non certo indolore per tutti coloro che con il computer ci lavorano. Al tempo stesso, diffuso l’episodio sui social all’avvocato sono giunte tante attestazioni di solidarietà.

E’ molto probabile che l’hacker in questione sia un residente all’estero, tuttavia un episodio simile, relegato al settore del bullismo – come conferma lo stesso avvocato Catenacci, che in tema ha intrapreso una vera e propria battaglia - si è verificato in passato anche a Fano, ai danni di una ragazzina minorenne le cui foto sono state pubblicate a sua insaputa. Attenzione dunque ad avventurarsi sulle piattaforme social, dove le occasioni di relazione sono tante, ma dove si nascondono anche non pochi pericoli, definiti oggi dalla legge dei veri e propri reati. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico