FANO -L’idea era venuta quando, un anno e mezzo, fa la nazionale cantanti di calcio fece ritorno al “Mancini” e fu subito portata alla pubblica attenzione...
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Da una parte c’era l’impegno dei cantanti sul fronte della solidarietà, attraverso il calcio e un’attività agonistica sempre più organizzata, dall’altra l’esigenza di recuperare Casa Bartoli, l’immobile che sorge ai margini della zona sportiva della Trave. L’idea era, appunto, di fissare qui la base tecnico-operativa della Nazionale cantanti, cavalcandone la notorietà per farsi anche un po’ di salutare pubblicità e dotandosi di una struttura dalla doppia valenza sociale e sportiva, utilizzabile tutto l’anno anche da altre realtà e per scopi diversi. E’ passato del tempo ma il discorso non è stato lasciato cadere e, anzi, si sta ora cercando di accelerare perché le dichiarazioni di intenti confluiscano in una reciproca assunzione di impegni e in un progetto realistico. Non è però tanto cosa ricavare esattamente da quell’area, che dopo la variante approvata a ridosso dell’evento benefico di quell’aprile 2016 si presta bene, ma la necessità di mettere in piedi un budget adeguato. Per demolire il rudere, di fatto inservibile, e tirare su un nuovo manufatto che somigli il più possibile ad un centro sportivo in grado di accogliere i cantanti nei loro mini-ritiri, occorrerebbe tra il milione e mezzo e i due milioni di euro. Soldi che il Comune si sogna e che però potrebbero essere generati proprio dall’appeal che la Nazionale cantanti sa esercitare anche sugli sponsor. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico