Maxi nutrie anche a gruppi di famiglia nel Canale Albani. E i passanti guardano con curiosità

Maxi nutrie anche a gruppi di famiglia nel Canale Albani. E i passanti guardano con curiosità
FANO - Spettacolo tutt’altro che inusuale quello di nutrie che sguazzano lungo il Canale Albani. Fa però inevitabilmente colpo notare lungo le sponde veri e propri...

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FANO - Spettacolo tutt’altro che inusuale quello di nutrie che sguazzano lungo il Canale Albani. Fa però inevitabilmente colpo notare lungo le sponde veri e propri gruppi di famiglia, peraltro di “taglia” importante. Fuori contesto, ma ormai di fatto accettata, la presenza di questi roditori non mina però la sopravvivenza e nemmeno la serenità del resto della fauna che frequenta il canale.

 

In tutto una settantina di anatidi, secondo il conteggio di massima che è stato condotto dopo il felice esito delle covate stagionali. Quando è stato avviato il ripopolamento del canale erano più o meno la metà. Stime ancora più esatte sono rimandate al censimento degli esseri viventi insediati lungo il canale e che era stato anticipato all’epoca in cui era stata varato il “Progetto Ugo” concertato da Comune, Enel e associazione Canale Albani, con la partecipazione di Lupus in Fabula e di altre organizzazioni. Operazione comunque non così semplice e meritevole di beneficio d’inventario, perché quello di interesse, vale a dire dal Ponte Storto fino alla Liscia, non è uno spazio circoscritto, certi animali sono soliti muoversi lungo i dieci e passa chilometri del canale alla ricerca di ambienti più accoglienti e in particolare i soggetti di alcune specie di volatili emigrano.

Accertato che la presenza di nutrie, che pure è rilevata in misura più consistente a ridosso di S.Orso, non è venuta meno, sembra invece di fatto quasi azzerata quella delle pantegane, che invece costituivano una minaccia seria per gli anatroccoli. Ad incidere non solo l’opera di derattizzazione ma anche il rispetto ora più scrupoloso della norma che vieta di gettare cibo agli ospiti del canale, alimentati dai volontari dell’associazione in punti precisi e con specifiche modalità. Proprio quel cibo a questo proposito finiva infatti per rappresentare un’attrazione irresistibile per i topi favorendo il loro proliferare.

 

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Corriere Adriatico