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FANO - Non è stata una restituzione spontanea. L’atto del Getty Museum che ha restituito all’Italia il gruppo di Orfeo e le Sirene, è stato determinato da un provvedimento di sequestro del giudice Mattews Bogdanos, assistente procuratore distrettuale di New York che dirige una unità composta da 14 persone che si occupa del traffico illecito di opere d’arte.
Tra queste c’è anche la fanese Giuditta Giardini. Le opere restituite sono un gruppo di figure in terracotta a grandezza naturale scavato illegalmente nell’area di Taranto raffigurante Orfeo seduto fiancheggiato da due sirene, con gambe d’uccello e zampe munite d’artigli.
Quindi il museo per evitare il processo ha preferito cedere l’Orfeo e le Sirene all’Italia. E il Lisippo? Purtroppo se non c’è la connessione con New York il giudice Bogdanos non ha alcun titolo per intervenire ed emettere provvedimenti. E sembra che il Lisippo New York l’abbia solo sorvolata per giungere da Londra, dove era giunto dopo alcune peregrinazioni, a Los Angeles per terminare il suo viaggio a Malibù. «La questione del Lisippo è diversa – ha aggiunto Giuditta Giardini – a parte la sua competenza giuridica, è prassi per il giudice Bogdanos, nel momento in cui altri giudici, come quelli italiani si interessano del caso, di non sovrapporsi e non intervenire con un “doppio giudicato”.
Grazie all’efficienza e alla rapidità delle indagini comunque spesso l’Italia preferisce rivolgersi all’Atu di New York piuttosto che all’Fbi che segue un sistema più macchinoso. Per quanto riguarda il Lisippo non si può far altro che aspettare l’esito del procedimento attivato per far valere in termini esecutivi la sentenza emessa dal tribunale pesarese e il pronunciamento della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a cui il Getty ha fatto ricorso». La mossa di Bogdanos comunque ha posto il Getty, nel restituire il gruppo dell’Orfeo all’Italia, sotto una luce diversa rispetto a quella del grande benefattore.
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Corriere Adriatico