FANO - Un’intera famiglia di origini croate: padre, madre e i due figli, dei quali uno minorenne anche se ormai vicino alla maggiore età, è accusata di avere...
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Questo è il risultato forse più eclatante di un’operazione effettuata dal personale del commissariato locale, che si è diramata in due diversi filoni d’indagine. Il secondo ha portato a due ulteriori segnalazioni all’autorità giudiziaria, sempre per furto aggravato in concorso, a carico di altrettanti immigrati: un cinquantenne di origini algerine e un quarantacinquenne nato in Bosnia.
Gli agenti in servizio a Fano si sono messi sulle loro tracce dopo le ruberie negli scaffali della Coop e del Conad a Sant’Orso, episodi che risalgono al periodo precedente all’emergenza sanitaria, quindi ad alcuni mesi addietro. Due colpi accomunati dalla stessa tecnica illegale, che le indagini svolte dal personale del commissariato fanese hanno ricostruito in questi termini: eliminate con estrema abilità le etichette anti-taccheggio, prodotti di ottima qualità (come liquori di marca oppure cibo raffinato) erano stipati nei carrelli e avviati alle casse. A quel punto l’attenzione degli addetti era distratta con qualche trucco e il bottino poteva essere spinto, senza che si attivassero segnali d’allarme, fuori dall’esercizio commerciale e fino al punto di ritrovo concordato dai presunti complici, dove era caricato su un mezzo e portato via in tutta fretta. In un caso si trattava di circa 800 euro in bottiglie di vodka, champagne, spumanti, whiskey alla crema di latte e altri liquori; nell’altro di circa 500 euro in prosciutti, salumi, formaggi e altri alimenti. Gli agenti del commissariato fanese, guidati dal dirigente Stefano Seretti e coordinati dal pm Giovanni Fabrizio Narbone, hanno individuato i due uomini attraverso i filmati della videosorveglianza.
Risale invece a fine estate e primo autunno dell’anno scorso la doppia razzia ai danni di turisti ospitati in due diversi appartamenti di una stessa struttura ricettiva, nel centro storico a Fano. Facevano parte della refurtiva 1.500 euro in contante, orologi di marca, monili preziosi e valigie di qualità superiore, che da sole valevano almeno 5.000 euro. Gli investigatori ritengono che la famiglia si fosse organizzata in questo modo: all’esterno i due genitori, entrambi intorno alla quarantina e ritenuti i pali della situazione. Secondo questa ricostruzione padre e madre sarebbero stati pronti a utilizzare i cellulare per segnalare eventuali disturbi in arrivo, mentre entrambi i figli sarebbero collocati all’interno degli appartamenti, cui avrebbero acceduto da una dépendance, un edificio annesso alla struttura principale, e poi forzando una porta. Anche in questo caso la polizia si è avvalsa di filmati recuperati dalla videosorveglianza. Il giudice Francesco Messina ha disposto la misura cautelari degli arresti domiciliari per la ventenne di origini croate, che ora vive nel Lazio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico