Dottoresse aggredite al pronto soccorso dai parenti di due malati: scattano le denunce

Fano, dottoresse aggredite al pronto soccorso dai parenti di due malati: scattano le denunce
FANO - Aggressione al pronto soccorso del Santa Croce di Fano: il sindaco Massimo Seri ieri ha manifestato in forma privata al direttore del dipartimento di emergenza urgenza...

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FANO - Aggressione al pronto soccorso del Santa Croce di Fano: il sindaco Massimo Seri ieri ha manifestato in forma privata al direttore del dipartimento di emergenza urgenza Umberto Gnudi la propria solidarietà nei confronti delle due dottoresse, minacciate e aggredite verbalmente dai familiari di due pazienti arrivati in pronto soccorso. Un messaggio di vicinanza con l’auspicio che episodi simili contro i sanitari non tornino a ripetersi.


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Sembra che l’azienda Marche Nord avvalendosi delle proprie professionalità, stia valutando un’eventuale azione legale nei confronti delle due persone che si sono rese responsabili dell’aggressione. Medici e infermieri coinvolti loro malgrado nei due distinti episodi hanno fatto pervenire al direttore del pronto soccorso una descrizione dei fatti che l’azienda dovrà poi trasmettere al comando dei carabinieri di Fano. Di qui l’ipotesi di una querela d’ufficio per interruzione di pubblico servizio, dal momento che medici e personale infermieristico sono equiparati a un pubblico ufficiale.
 

A condannare l’aggressione interviene la funzione pubblica Cgil medici. Con una nota, si denunciano gli ennesimi episodi di violenza nei confronti del personale che lavora in pronto soccorso. «Da tempo è stato segnalata – porta all’evidenza Vania Sciumbata – una situazione che si è progressivamente aggravata e di per sé delicata all’interno del dipartimento di emergenza urgenza di Fano. Episodi fin troppo frequenti nell’ultimo anno e ancora di più ora, mentre si stanno riorganizzando i presidi per l’emergenza post Covid. Si chiede di attivare per questo un maggior presidio delle forze dell’ordine in aree così sensibili. Non solo più passaggi, ma si chiedono più tutele con vetri schermati e videosorveglianza nei reparti più delicati e nei punti di accesso al pubblico. Ci aspettiamo che Marche Nord, alla luce di questi ultimi episodi, non si limiti a esprimere solidarietà, ma garantisca invece una tutela legale per coloro che sono aggrediti e hanno intenzione di procedere sul piano penale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico