Femminicidio a Fano, la mamma e sorella di Anastasiia: «Avere l’affidamento del nostro nipotino è desiderio più grande che abbiamo»

Femminicidio a Fano, la mamma e sorella di Anastasiia: «Avere l’affidamento del nostro nipotino è desiderio più grande che abbiamo». La fiaccolata di domenica sera
FANO C’è un forte desiderio in un momento di dolore, quello di prendersi cura del figlio di Anastasiia Alashrj, la 23enne ucraina uccisa il 13 novembre scorso. Elina...

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FANO C’è un forte desiderio in un momento di dolore, quello di prendersi cura del figlio di Anastasiia Alashrj, la 23enne ucraina uccisa il 13 novembre scorso. Elina e Daria, mamma e sorella di Anastasiia, sono arrivate a Fano con l’obiettivo di avviare tutte le pratiche per l’affido del nipotino, un bimbo di 2 anni. I legali hanno presentato ieri l’istanza di affidamento al tribunale dei minorenni. Si sono rivolte all’avvocatessa Roberta Giuliacci del foro di Pesaro e al legale Pietro Marinucci del foro di Roma per farlo. 


Il dolore


Mamma e sorella vivono un «momento doloroso, non ci sono parole per descriverlo» e sperano che non vi siano ostacoli. Sono arrivate dalla serena città ucraina di Uzhhorod, incastonata tra Slovacchia ed Ungheria. Nel frattempo il bambino era stato accolto da una famiglia fanese grazie a un’ordinanza firmata dal Servizi sociali del Comune di Fano. Poi si è messo in moto il meccanismo necessario per confermare l’affido temporaneo. Gli atti sono stati dunque inviati alla Procura e poi al tribunale dei minori di Ancona. 


Lontani dalla guerra


Ora nonna e zia che hanno 50 e 18 anni vogliono ardentemente prendersi cura del nipotino. E la questione dell’affido è direttamente seguita dal Console Onorario a Leopoli Gianluca Sardelli, che si è interessato sin da subito al fine di garantire la piena tutela dei diritti di tutte le parti coinvolte. L’interesse primario va ovviamente alle sorti del bambino e al ripristino del rapporto emozionale con la famiglia: le parenti sono giunte subito in Italia proprio per stare con il piccolo e dargli conforto e sperano che venga loro data l’opportunità. L’obiettivo è di tornare insieme in Ucraina.
La nonna in patria ha un negozio di abiti tradizionali ucraini ad Uzhgorod, città di frontiera che non è stata mai minimamente toccata dalle vicende belliche. Una famiglia molto unita. 


Gli accertamenti


L’autopsia non si farà prima di venerdì, vanno prima espletate tutte le pratiche di traduzione degli atti in ucraino e in arabo per il via libera. Ma l’obiettivo della famiglia è di rimpatriare la salma in Ucraina quanto prima. Tramite gli avvocati, mamma e sorella vogliono nominare un consulente di parte, un medico legale. Il marito 42enne Amrallah Mustafa Alashrj, di nazionalità egiziana (ora accusato di averla uccisa) è in carcere in attesa degli sviluppi giudiziari.


La famiglia


La famiglia di Anastasiia si costituirà parte civile nel processo e spera che «venga fatta giustizia». Le due donne si affidano alle autorità competenti. La 23enne aveva vissuto al Lido, in via Trieste, e proprio lì si erano perse le sue tracce nella mattinata di domenica scorsa, quando era tornata all’abitazione dove aveva vissuto con il marito, per ritirare gli effetti personali. 


Il delitto


Il suo corpo senza vita è stato ritrovato nella notte di lunedì scorso in un campo a Belgatto di Fano; in una valigia gettata lungo via del Fiume c’erano gli indumenti della giovane donna e due armi bianche.

 

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Corriere Adriatico