«Mio marito egiziano è troppo occidentale». E lei va via da Pesaro con la figlia con la scusa di una vacanza

Da tre anni non si trova

Egitto, foto generica
PESARO Ha lasciato Pesaro e l’Italia portando con sé la figlia in Egitto, suo paese di origine, e da quel momento sparendo letteralmente nei contatti con il marito...

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PESARO Ha lasciato Pesaro e l’Italia portando con sé la figlia in Egitto, suo paese di origine, e da quel momento sparendo letteralmente nei contatti con il marito tanto che l’uomo, rimasto in città, l’ha denunciata per sottrazione di minore. Una battaglia familiare e legale che è finita davanti al giudice monocratico e che parte dall’episodio scatenante nell’aprile 2021, ormai tre anni fa. 

La coppia

I protagonisti sono una coppia di egiziani, lui 50enne, lei di qualche anno più giovane, trasferitasi a Pesaro da anni. L’uomo, professionista stimato, inserito e integrato socialmente, ha ottenuto la cittadinanza italiana e la moglie, grazie al ricongiungimento, era poi arrivata a Pesaro. I due hanno una bimba di 9 anni. La donna però non si sarebbe mai completamente integrata nel contesto occidentale, così nell’aprile del 2021, è tornata in Egitto portando con sè la figlia e non facendo più ritorno in città. La scusa era quella di rivedere il paese di origine e di portare la bimba in vacanza. Un viaggio che però è stato di sola andata. Da allora nè la madre nè la figlia sono tornate e i contatti si sono persi. Il padre, disperato, ha denunciato la moglie per sottrazione di minore visto che gli è stata impedita la potestà genitoriale.

Nessun contatto

Tre anni lunghissimi in cui il papà avrebbe avuto dei minimi contatti e per di più indiretti con la figlia, tramite delle amichette di classe con cui la bimba, che frequentava una scuola in città, ha continuato nel frattempo a sentirsi. Mentre della moglie nessuna notizia e nessuna risposta ai tentativi di contatto. Si sospetta che madre e figlia possano vivere nella zona di Alessandria d’Egitto, ma non c’è al momento nessuna certezza.

La donna avrebbe anche portato avanti delle istanze di divorzio nel suo Paese d’origine rilevando anche il fatto che l’uomo - la coppia è di fede musulmana -ormai avesse delle condotte e dei comportamenti considerati troppo occidentali e non conformi alle leggi coraniche. Un cambio di prospettiva ribaltato rispetto alla consuetudine di un’attualità che ben più frequentemente riporta la versione opposta, ovvero donne musulmane con attitudini ritenute troppo occidentali che i loro connazionali fanno fatica, o si rifiutano di accettare. Ieri l’avvocatessa Raffaella Marini ha rilevato la mancata notifica dell’udienza: il processo è stato rinviato per poterla rintracciarla e notificarle l'atto.

L’avvocato Enrico Andreoni, difensore dell’uomo, è pronto ad andare fino in fondo e si farà parte attiva per cercare la signora e poter permettere al papà di ricongiungersi con la figlia.

 

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Corriere Adriatico