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FANO - Prove di futuro alla discarica di Monteschiantello dove però l’orizzonte si va restringendo pericolosamente. Ai ritmi attuali non più di quattro o cinque gli anni di vita pronosticati per il sito, dove in questi ultimi due e mezzo è stata sperimentata con successo la tecnologia pensata da una coppia di ingegneri (Marco Antonini e Francesca Sandrini, marito e moglie).
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E’ all’interno della loro start up, la cesenate Zero3, che i due hanno messo a punto un sistema chiamato “Gas stabilizer” che ha innovato in profondità la captazione del biogas prodotto in discarica.
La tecnologia innovativa
Prima in Italia e nel mondo a testare l’impianto, Aset si è così guadagnata anche la ribalta della stampa nazionale per i risultati che sono stati raggiunti in termini di impatto ambientale, oltre che di messa a reddito.
Le prospettive dell'impianto
La riuscita di un sistema che tutela anche dal rischio di incendio e di esplosione e di cui beneficiano concretamente coloro che risiedono nei pressi proprio a seguito dell’eliminazione del tanfo, ha offerto al presidente di Aset Paolo Reginelli il destro per mettere di fronte chi si oppone all’ampliamento della discarica, come compattamente il sindaco di San Costanzo Sorcinelli e il consiglio comunale (con l’appoggio ampio dei cittadini), alle conseguenze che la chiusura della discarica, inevitabile nel giro di una manciata di anni mantenendo l’attuale capienza, comporterebbe per amministrazioni e cittadini. «Saremmo costretti ad individuare siti fuori regione per il conferimento dei rifiuti e a sottostare a tariffe che non sono nemmeno paragonabili a quelle contenute che Aset ha fissato. A quel punto ci sarebbero ricadute ovvie sulle tasche dei cittadini. Non solo. Gli utili che vengono ripartiti tra i Comuni soci, non potendo più contare sugli introiti della discarica, diminuirebbero».
L’impennata di costi
L’impennata dei costi si rifletterebbe in particolare anche «sulle 200 imprese del territorio che conferiscono a Monteschiantello e che a loro volta dovranno sobbarcarsi il trasporto verso altre destinazioni». Il conto della spesa non si esaurirebbe però qui. «Chiudere una discarica significa anche fare fronte a tutta una serie di oneri per garantire la tutela dell’ambiente» fa presente Reginelli, che in funzione di una decisione che «non spetta ad Aset ma proprio ai sindaci del Comuni soci», tiene anche a far notare che «l’attività di una discarica è attentamente normata ed Aset ha sempre assicurato che il funzionamento di quella di Monteschiantello avvenisse secondo la legge e nel rispetto dell’ambiente».
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Corriere Adriatico