Discarica Monteschiantello, Aset: «Senza ampliamento ricadute negative per tutti». Nuova tecnologia aumenta del 32% il biogas

Discarica Monteschiantello, Aset: «Senza ampliamento ricadute negative per tutti». Nuova tecnologia aumenta del 32% il biogas
Discarica Monteschiantello, Aset: «Senza ampliamento ricadute negative per tutti». Nuova tecnologia aumenta del 32% il biogas
di Andrea Amaduzzi
3 Minuti di Lettura
Martedì 13 Settembre 2022, 08:07

FANO - Prove di futuro alla discarica di Monteschiantello dove però l’orizzonte si va restringendo pericolosamente. Ai ritmi attuali non più di quattro o cinque gli anni di vita pronosticati per il sito, dove in questi ultimi due e mezzo è stata sperimentata con successo la tecnologia pensata da una coppia di ingegneri (Marco Antonini e Francesca Sandrini, marito e moglie).

Si apre una voragine in strada, cedimento choc in centro a Fano: tre case dichiarate inagibili

 

E’ all’interno della loro start up, la cesenate Zero3, che i due hanno messo a punto un sistema chiamato “Gas stabilizer” che ha innovato in profondità la captazione del biogas prodotto in discarica. 

La tecnologia innovativa

Prima in Italia e nel mondo a testare l’impianto, Aset si è così guadagnata anche la ribalta della stampa nazionale per i risultati che sono stati raggiunti in termini di impatto ambientale, oltre che di messa a reddito.

Perché con “Gas stabilizer”, che sta facendo una discreta incetta di premi incassando un riconoscimento anche da Legambiente, si contiene la dispersione in atmosfera del biogas, composto per più della metà da metano che ha ricadute negative sull’ambiente ottanta volte superiori a quelle provocate dall’anidride carbonica, si abbattono di riflesso anche i cattivi odori e si veicola quel biogas verso la produzione di energia elettrica. Il surplus estrattivo è stati stimato nell’ordine del 32%, senza considerare che il funzionamento dell’impianto richiede un impiego di energia dieci volte inferiore rispetto a dispositivi simili.

Le prospettive dell'impianto

La riuscita di un sistema che tutela anche dal rischio di incendio e di esplosione e di cui beneficiano concretamente coloro che risiedono nei pressi proprio a seguito dell’eliminazione del tanfo, ha offerto al presidente di Aset Paolo Reginelli il destro per mettere di fronte chi si oppone all’ampliamento della discarica, come compattamente il sindaco di San Costanzo Sorcinelli e il consiglio comunale (con l’appoggio ampio dei cittadini), alle conseguenze che la chiusura della discarica, inevitabile nel giro di una manciata di anni mantenendo l’attuale capienza, comporterebbe per amministrazioni e cittadini. «Saremmo costretti ad individuare siti fuori regione per il conferimento dei rifiuti e a sottostare a tariffe che non sono nemmeno paragonabili a quelle contenute che Aset ha fissato. A quel punto ci sarebbero ricadute ovvie sulle tasche dei cittadini. Non solo. Gli utili che vengono ripartiti tra i Comuni soci, non potendo più contare sugli introiti della discarica, diminuirebbero». 

L’impennata di costi

L’impennata dei costi si rifletterebbe in particolare anche «sulle 200 imprese del territorio che conferiscono a Monteschiantello e che a loro volta dovranno sobbarcarsi il trasporto verso altre destinazioni». Il conto della spesa non si esaurirebbe però qui. «Chiudere una discarica significa anche fare fronte a tutta una serie di oneri per garantire la tutela dell’ambiente» fa presente Reginelli, che in funzione di una decisione che «non spetta ad Aset ma proprio ai sindaci del Comuni soci», tiene anche a far notare che «l’attività di una discarica è attentamente normata ed Aset ha sempre assicurato che il funzionamento di quella di Monteschiantello avvenisse secondo la legge e nel rispetto dell’ambiente». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA