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FANO Investivano in diamanti spacciati come beni rifugio ad alto rendimento. Ma i prezzi di acquisto erano gonfiati. Un affare da 2,5 milioni di euro che vede coinvolti una banca locale e circa un centinaio di clienti vittime di un raggiro. La compagnia di Fano della Guardia di finanza ha concluso un’indagine di polizia giudiziaria, delegata dalla procura della Repubblica di Pesaro, che ha consentito di tutelare un rilevante numero di risparmiatori, vittime di una frode su investimenti in diamanti.
Raggirati di Fano e Valcesano
Secondo l’indagine alcuni dipendenti della Banca di credito cooperativo di Sant’Andrea di Suasa, oggi confluita bel Banco Marchigiano, avrebbero promosso e venduto le pietre preziose a prezzi notevolmente superiori rispetto all’effettivo valore.
Le ipotesi di reato
Questi dovranno rispondere, a seconda dei diversi ruoli e responsabilità, dell’accusa di truffa aggravata, corruzione tra privati ed autoriciclaggio. Inoltre, la banca è stata denunciata anche per la responsabilità amministrativa degli enti per fatti dipendenti da reato, poiché non avrebbe provveduto all’adozione di modelli organizzativi atti a prevenire la commissione dei reati a vantaggio o nell’interesse dell’ente medesimo. E’ importante sottolineare che l’istituto di credito Banco Marchigiano, che ha incorporato la banca coinvolta nella vicenda, ha provveduto a risarcire già il 90% dei correntisti che avevano acquistato i diamanti. Ma ci sono ancora delle cause civili in corso per quei correntisti che non hanno accettato il risarcimento proposto. L’attività della finanza si inquadra nel contrasto alle condotte fraudolente a danno dei risparmiatori e delle famiglie.
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Corriere Adriatico