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FANO - Rosso intenso, per diverse imprese pure profondo. Il colore del bilancio turistico è sempre quello della crisi nell’età della pandemia, passata come un fuoco fatuo, nel vuoto degli arrivi delle stagioni autunnale e invernale, l’euforia per le presenze di luglio e agosto.
Il grido di dolore è del presidente di Federalberghi di Pesaro Urbino, Luciano Cecchini, che torna a chiedere misure di sostegno per gli imprenditori e i lavoratori del settore ricettivo sulla spinta dei dati del 2021, i quali hanno visto mediamente le perdite di un pernottamento su tre rispetto all’ultima annata pre-Covid del 2019 (meno 148 milioni di presenze turistiche nel nostro Paese) e di un pernottamento su due per gli stranieri (meno 114 milioni di presenze estere).
«Il problema resta»
«Non possiamo pensare che tutto sia passato – afferma Luciano Cecchini, presidente provinciale degli albergatori -. Se è vero che vaccini e misure di distanziamento ci rendono più sicuri, per molti è ancora vietato entrare nel Belpaese e anche gli italiani con maggiore difficoltà si muovono per ragioni di lavoro e vanno alla scoperta delle nostre località turistiche.
Dopo la ripartenza del turismo nei due mesi clou della stagione estiva, rispetto al 2020, in provincia con la ripresa dei contagi, secondo Cecchini, si è registrata una forte contrazione del movimento commerciale, quello di tecnici, ingegneri e rappresentanti, legato all’attività delle imprese, ed è stato pressoché azzerato il turismo delle feste natalizie e di fine anno.
«Difficile restare aperti»
«Ora per le aziende del territorio tutti lavorano da casa - lamenta Luciano Cecchini -, mentre il movimento turistico del programma Il Natale che non ti spetti, organizzato dalle Pro loco e decantato con grandi numeri, è stato solamente mordi e fuggi. Così gli alberghi annuali non possono restare aperti, tanto più con l’attuale aumento delle bollette di luce e gas, che sono pressoché raddoppiate».
Venute meno nel tempo una a una, dopo il primo lockdown del 2020, le misure di sostegno a favore di imprese e dipendenti sono ritenute nuovamente necessarie dal presidente provinciale di Federalberghi per la sopravvivenza del settore ricettivo. «Su tutte - segnala Cecchini - il credito d’imposta sugli affitti, l’esonero dal pagamento dell’Imu, la moratoria sui mutui e la cassa integrazione Covid, ma soprattutto servono interventi importanti che abbattano i costi di energia elettrica e gas, i cui pesantissimi effetti si stanno già riscontrando nelle bollette in arrivo».
Situazione drammatica
Da questo punto di vista la situazione è diventata subito drammatica. «Ho visto le bollette di metano ed energia elettrica di alcuni albergatori - afferma Luciano Cecchini - passate da 2.000 a 3.800 euro al mese. Così la gestione è insostenibile e il settore muore».
Il richiamo è anche ai sindaci del territorio. «I dati che le nostre amministrazioni comunali hanno annunciato con toni entusiastici ci lasciano con l’amaro in bocca - commenta Cecchini -. In realtà il 2020 è stato l’anno peggiore della storia, il 2021 ha sicuramente visto un recupero sulla precedente disastrosa stagione ma pensiamo abbia davvero poco senso festeggiare a fronte di una realtà in cui il mercato è ben lontano dai livelli del 2019. Insomma, la luce in fondo al tunnel ancora non si vede».
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Corriere Adriatico