Grido di dolore di Federalberghi: «Bilancio turistico sempre rosso. Entusiasmi sbagliati, servono aiuti»

La passeggiata del Lido di Fano d'inverno
La passeggiata del Lido di Fano d'inverno
di Lorenzo Furlani
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Martedì 1 Febbraio 2022, 09:20

FANO - Rosso intenso, per diverse imprese pure profondo. Il colore del bilancio turistico è sempre quello della crisi nell’età della pandemia, passata come un fuoco fatuo, nel vuoto degli arrivi delle stagioni autunnale e invernale, l’euforia per le presenze di luglio e agosto.

Il grido di dolore è del presidente di Federalberghi di Pesaro Urbino, Luciano Cecchini, che torna a chiedere misure di sostegno per gli imprenditori e i lavoratori del settore ricettivo sulla spinta dei dati del 2021, i quali hanno visto mediamente le perdite di un pernottamento su tre rispetto all’ultima annata pre-Covid del 2019 (meno 148 milioni di presenze turistiche nel nostro Paese) e di un pernottamento su due per gli stranieri (meno 114 milioni di presenze estere).

«Il problema resta»
«Non possiamo pensare che tutto sia passato – afferma Luciano Cecchini, presidente provinciale degli albergatori -.

Se è vero che vaccini e misure di distanziamento ci rendono più sicuri, per molti è ancora vietato entrare nel Belpaese e anche gli italiani con maggiore difficoltà si muovono per ragioni di lavoro e vanno alla scoperta delle nostre località turistiche. Calando il dato sul nostro territorio ecco spiegato perché circa il 40% delle strutture solitamente aperte tutto l’anno adesso è chiuso».

Dopo la ripartenza del turismo nei due mesi clou della stagione estiva, rispetto al 2020, in provincia con la ripresa dei contagi, secondo Cecchini, si è registrata una forte contrazione del movimento commerciale, quello di tecnici, ingegneri e rappresentanti, legato all’attività delle imprese, ed è stato pressoché azzerato il turismo delle feste natalizie e di fine anno.

«Difficile restare aperti»
«Ora per le aziende del territorio tutti lavorano da casa - lamenta Luciano Cecchini -, mentre il movimento turistico del programma Il Natale che non ti spetti, organizzato dalle Pro loco e decantato con grandi numeri, è stato solamente mordi e fuggi. Così gli alberghi annuali non possono restare aperti, tanto più con l’attuale aumento delle bollette di luce e gas, che sono pressoché raddoppiate». 

Venute meno nel tempo una a una, dopo il primo lockdown del 2020, le misure di sostegno a favore di imprese e dipendenti sono ritenute nuovamente necessarie dal presidente provinciale di Federalberghi per la sopravvivenza del settore ricettivo. «Su tutte - segnala Cecchini - il credito d’imposta sugli affitti, l’esonero dal pagamento dell’Imu, la moratoria sui mutui e la cassa integrazione Covid, ma soprattutto servono interventi importanti che abbattano i costi di energia elettrica e gas, i cui pesantissimi effetti si stanno già riscontrando nelle bollette in arrivo».

Situazione drammatica
Da questo punto di vista la situazione è diventata subito drammatica. «Ho visto le bollette di metano ed energia elettrica di alcuni albergatori - afferma Luciano Cecchini - passate da 2.000 a 3.800 euro al mese. Così la gestione è insostenibile e il settore muore».

Il richiamo è anche ai sindaci del territorio. «I dati che le nostre amministrazioni comunali hanno annunciato con toni entusiastici ci lasciano con l’amaro in bocca - commenta Cecchini -. In realtà il 2020 è stato l’anno peggiore della storia, il 2021 ha sicuramente visto un recupero sulla precedente disastrosa stagione ma pensiamo abbia davvero poco senso festeggiare a fronte di una realtà in cui il mercato è ben lontano dai livelli del 2019. Insomma, la luce in fondo al tunnel ancora non si vede».

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