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PESARO La crisi idrica e il conseguente razionamento dell’acqua ad uso idropotabile per attività d’importanza non primaria impone attenzione anche per i gestori di impianti natatori, comunali o privati. L’attenzione e le buone prassi sono inevitabili per tutti quei soggetti, che in un modo o nell’altro, per le proprie specificità, hanno a che fare con l’uso e il consumo di acqua come piscine e anche stabilimenti balneari. Gli accorgimenti: alla Dini Salvalai di Fano, impianto natatorio comunale, presidente e vertici della società gestore Fanum Fortunae, hanno già adottato gli accorgimenti più stringenti.
Le limitazioni
«A tutela del risparmio idrico e contro gli sprechi a cui cittadini ed enti privati sono invitati – riferisce la società – limitiamo il flusso di acqua delle docce, regolandole a un getto minore e controllato, oltre a posizionare nell’impianto la cartellonistica informativa e di sensibilizzazione, che invita a non sprecare acqua e usare docce o rubinetti dei servizi igienici, in modo oculato. Generalmente notiamo che l’utenza recepisce piuttosto bene questi inviti.
Nuovi spogliatoi e risparmi sull'uso dell'acqua
«Già con il completamento degli ultimi lavori pre-pandemia e la realizzazione dei nuovi spogliatoi - commenta il gestore Andrea Sebastianelli – sono stati previsti risparmi sull’uso e consumo di acqua necessaria. Il polo Sport Village sta lavorando in maniera ecosostenibile o meglio con una gestione migliore e rinnovata negli ultimi due-tre anni, che cura il risparmio energetico. Significa che si è scelto a monte di investire sul risparmio dell’uso di acqua, applicando dei riduttori per consumi di docce e altri servizi di lavaggio e pulizia.
«A fare la differenza è il rivestimento speciale montato sul miscelatore della doccia e sui rubinetti dei lavabi per llimitare il flusso e avere consumi e confort per utenti e atleti, sempre sotto controllo. Proprio questa misura speciale garantisce la dimunizione del flusso dell’acqua fino a 8 litri al minuto, e risparimiare unitamente ogni anno circa il 30 per cento di acqua corrente».
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Corriere Adriatico