A 90 anni resta la creatività, il regista Leandro Castellani si dedica ai libri: ha finito di scrivere il 51esimo volume

A 90 anni resta la creatività, il regista Leandro Castellani si dedica ai libri: ha finito di scrivere il 51esimo volume
FANO - I capelli si sono imbiancati, la barba fa da contrappunto ad una incipiente canizie, le rughe solcano la pelle, ma il volto non ha perso una briciola della...

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FANO - I capelli si sono imbiancati, la barba fa da contrappunto ad una incipiente canizie, le rughe solcano la pelle, ma il volto non ha perso una briciola della luminosità dei vent’anni; eppure Leandro Castellani di anni ne ha compiuti novanta venerdì scorso.

Un’età veneranda che non ne ha spento la creatività. Dopo aver trascorso gli anni della maturità a Roma, scrivendo sceneggiature, dirigendo film per il cinema e sceneggiati per la tv, Leandro è tornato a Fano per ritirarsi nel suo romito rifugio della selva, sopra Centinarola, dove si è dedicato a scrivere libri.

 

La memoria degli incontri

L’ultimo, il cinquantunesimo, lo ha concluso nel mese di novembre; si intitola “Incontri” cui segue il sottotitolo “fra libri ribalte schermi microfoni e cineprese nonché con Papi, Presidenti e politici assortiti”, dove, in forma più o meno estesa o più o meno concisa, vengono nominati duecento personaggi che chiedono insistentemente, anche se in gran parte defunti, di farsi vivi nel suo ricordo di narratore per immagini e parole. Sono i personaggi che hanno fatto parte della sua e nostra vita, presentati in una “veste” particolare.

Ma Leandro non si ferma. Proprio in occasione del suo novantesimo compleanno ha preso la risoluzione di iniziare a mettere su Facebook, a pezzi e bocconi la sua autobiografia. Titolo: “La valigia di Hiroshima, memorie di un fabbricante di immagini - Amazon”.

Il racconto di una vita che si apre con un aneddoto, inventato o forse no: «Mi trovo a Hiroshima per fare riprese nella città-martire della prima esplosione atomica. Acquisto nel bazar locale una valigetta metallica per infilarci dentro ricordi, piccoli acquisti e immagini. Ma quando, a sera in albergo, ci rovisto dentro vi trovo inaspettatamente la piccola Guida di Fano. Errore, casualità, destino?».

Il legame con Fano

Non a caso anche nelle località più lontane Fano è sempre presente e non è un caso che Leandro Castellani abbia voluto girare a Fano e dintorni alcuni suoi film, avvalendosi di attori fanesi.

Recentemente è apparso su Youtube uno dei suoi ultimi film del 1983 “Il sottoscritto Giuseppe Donati all’Alta Corte di Giustizia”, «un lavoro – lui stesso ha commentato - interessante per almeno tre motivi: primo, perché racconta quel delitto Matteotti che sancisce la definitiva trasformazione del fascismo in regime; secondo, perché racconta la pressoché ignorata azione di un coraggioso giornalista, forse solo oggi considerato un pioniere del giornalismo d’inchiesta, di chiamare in causa uno dei fantomatici quadrunviri, Emilio De Bono; terzo, perché stigmatizza certe tentazioni del partito popolare, quello dei cattolici militanti. Il film non ha perso nulla della sua attualità».

Film tuttora di attualità

Come non ne hanno perso “L’affare Dreyfuss” del 1988, “Le 5 giornate di Milano” del 1970 o “Il delitto di regime: il caso don Minzoni” del 1973. I fanesi amano in modo particolare “La Gatta”, perché molti ne fecero parte.

Gli auguri del sindaco

A Leandro non sono mancati gli auguri del sindaco Massimo Seri: «Con la tua arte – ha detto - hai diffuso anche il nome di Fano in Italia e nel mondo, contribuendo ad arricchire la nostra storia e cultura. Gli auguri miei e di tutta la città di Fano».

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Corriere Adriatico