URBINO - L'allarme era partito ad aprile, in pieno lockdown per il Coronavirus, quando diverse persone avevano segnalato alla polizia colpi di fucile nella notte a pochi passi...
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La vicenda aveva inizio nel decorso mese di aprile, in piena emergenza sanitaria, quando al Commissariato di Urbino pervenivano delle segnalazioni circa una presunta attività di bracconaggio, con l’esplosione di colpi di arma da fuoco, in una zona di periferia del comune di Urbino, non lontana da abitazioni private.
Conseguentemente veniva avviata un’attività d’indagine, con servizi di appostamento, nella porzione di territorio compresa tra le località di Mazzaferro, Biancalana, Tufo, San Cipriano, principalmente nelle fasce orarie serali e notturne. In tale contesto nella serata del 30 maggio, personale del Commissariato interveniva tempestivamente a seguito della segnalazione circa l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco nella succitata zona.
L’intervento permetteva di fermare un 44enne del luogo trovato in possesso di una carabina, allestita con dispositivo ottico di precisione e di illuminazione notturna dei bersagli. Ai poliziotti il predetto riferiva di aver sparato in direzione di alcuni animali vaganti che, a suo dire, avevano calpestato e rovinato le colture presenti sul terreno di sua proprietà. L’uomo veniva pertanto denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino, mentre il fucile e 39 cartucce venivano sequestrati. Inoltre essendo il 44enne sprovvisto licenza di licenza di caccia in quanto titolare unicamente di licenza per il tiro a volo, nei suoi confronti veniva avviata la procedura per il ritiro di quest’ultima autorizzazione e di tutte le ulteriori armi dallo stesso detenute. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico