PESARO - Il primo di una serie di esposti annunciata a carico del virologo Roberto Burioni parte da Pesaro. Un centinaio di famiglie pesaresi ha presentato un dossier alla locale...
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La denuncia è stata promossa da «famiglie di ogni orientamento e credo politico, religioso e sanitario» che hanno voluto così, si legge in una breve nota, «tutelare i propri diritti e la propria libertà di espressione, con un forte atto di accusa nei confronti del noto tele-virologo». Nel lungo documento si chiede alla magistratura di verificare una serie di ipotesi di reato. Tra le colpe imputate a Burioni anche quanto detto durante la famosa trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa” dello scorso 2 febbraio. Allora Roberto Burioni affermò: “Io ritengo che in questo momento in Italia il rischio di contrarre questo virus è zero!” Fazio: “Cioè in Italia il rischio secondo lei?” “Zero” (ribadì).
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Fazio: “Perché?” “Perché il virus non circola”. Lo Stato italiano a quella data aveva già dichiarato, per 6 mesi, lo stato d’emergenza per l’epidemia. Altro punto la questione dei video pubblicati sui social dal virologo fermignanese. Per gli esponenti in numerose occasioni le notizie e le affermazioni sarebbero state smentite in pochi giorni dai fatti. Tra gli esempi la questione dell’Avigan, il farmaco utilizzato in Giappone. Burioni l’avrebbe bollato come “scemenza” perché “il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofen, i proclami sugli Ace inibitori, che i somari scrivono Eca, hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze. Le novità vi arriveranno dalle autorità sanitarie, non dai social o da YouTube”. Per i sottoscrittori dell’esposto invece l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ne ha permesso l’uso in via sperimentale a partire dal 23 marzo 2020.
Tra i punti anche alcune divergenze sull’utilizzo del plasma, in quanto il virologo si sarebbe «prodigato in numerose affermazioni che minimizzano e ridimensionano gli effetti terapeutici della plasmaferesi, ponendo in evidenza tutta una serie di criticità non dimostrate e dimostrabili, in alcuni casi, palesemente false e pretestuose». Dunque,esempi che porrebbero Burioni «in costante contraddizione col resto del mondo scientifico». Il professore è stato preso di mira anche dal virologo napoletano Giulio Tarro che ha incaricato il suo legale di presentare querela nei confronti di Roberto Burioni e di due giornalisti per “l’opera di denigrazione continuamente perpetrata a danno del suo prestigio scientifico, professionale e personale”. Ma le querele sono incrociate.
A parte ogni considerazione sulla rilevanza penale delle opinioni professionali di Roberto Burioni, è certa l’incompetenza territoriale sulla materia della procura della Repubblica di Pesaro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico