PESARO - Il centro estetico cinese non poteva essere in attività ed è fatto chiudere. E’ quanto accaduto nel pomeriggio di domenica. I poliziotti della...
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Fuori c’era un cartello con la scritta: “Chiuso, lavoro solo su appuntamento”. Gli agenti della Questura hanno trovato quindi la porta a fianco aperta e una volta affacciatisi hanno trovato due persone nascoste in una cabina dietro una tenda. La titolare del centro estetico stava effettuando una manicure su una cliente, cosa quindi vietata. Scatta la chiusura, ancora da decidere per quanto tempo. E non sono esclusi altri provvedimenti, vista la situazione igienica giudicata carente del locale.
poliziotti hanno quindi proceduto all’identificazione delle persone in questione è scattata la sanzione per l’inosservanza del decreto governativo in materia delle attività che possono lavorare. Il centro estetico è stato fatto chiudere minimo per cinque giorni. Spetterà alla Prefettura decidere la lunghezza temporale della sospensione che può arrivare fino a 30 giorni. Ma non è finita qui, perché i poliziotti hanno notato che gli ambienti erano carenti da un punto di vista igienico sanitario in quanto a terra c’erano vari rifiuti tipici di un centro estetico. Gli attrezzi per le manicure e le suppellettili si presentavano sporchi di capelli e polvere, tutte caratteristiche non idonee alla regolare funzionalità di un centro estetico. Un fatto che è stato annotato e segnalato anche alla divisione anticrimine. Cosa quindi che potrebbe far scattare ulteriori controlli da un punto di vista sanitario degli enti preposti. Se l’obiettivo è aprire i centri estetici è riaprire il 18 maggio, le misure di sicurezza saranno stringenti.
Il protocollo
Il protocollo prevede camici monouso ma anche alternative nel caso questi non si dovessero reperire, igienizzazione dei locali e degli arredi, lavaggio giornaliero degli indumenti e teli ad alta temperatura (60-90 gradi) con prodotti igienizzanti. Non ci sarà obbligo di misurare la temperatura all’ingresso, ma la raccomandazione telefonica ai clienti di rinunciare in caso di febbre. Lo scrupoloso rispetto delle disposizioni per la tutela della sicurezza è una condizione indispensabile per la ripresa delle attività produttive e che ogni irregolarità non rappresenta solo un danno per l’impresa ma un fattore di rischio per l’intera collettività. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico