Covid, la ristoratrice scrive al premier Conte: «Asporto e delivery? Qui ci sono 60 abitanti»

Furlo, Covid, la ristoratrice scrive al premier Conte: «Asporto e delivery? Qui ci sono 60 abitanti»
ACQUALAGNA - Ha scritto al presidente del consiglio, chidendo delucidazioni sulle restrizioni del Dpcm Covid. Marina Giacomel lavora e risiede  al Passo del Furlo, in...

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ACQUALAGNA - Ha scritto al presidente del consiglio, chidendo delucidazioni sulle restrizioni del Dpcm Covid. Marina Giacomel lavora e risiede  al Passo del Furlo, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, dove gestisce l’attività di famiglia nel settore della ristorazione.

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"Desidero scrivervi con la speranza di ricevere delle risposte per poter capire più chiaramente le scelte e le decisioni che hanno portato, con quest’ultimo decreto,  alla denominazione delle Marche regione arancione e alla chiusura totale delle attività bar e ristoranti da domenica 15-11-2020.

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Mettendo in prima posizione il problema che sta attanagliando l’intera umanità chiedo però, gentilmente, di leggere le seguenti considerazioni delle quali desidererei avere una risposta in quanto, personalmente, mi trovo incapace di coglierne coerenza ed equilibrio.
Queste le considerazioni e le domande:
• Perché i centri commerciali devono essere aperti in mezzo alla settima mentre la ristorazione chiusa 7 giorni su 7?
•Perché alcune categorie commerciali, ad esempio abbigliamento, calzature, centri estetici, parrucchieri, possono stare aperti mentre la ristorazione deve restare chiusa 7 giorni su 7?
•Perché i supermercati super affollati possono restare aperti 7 giorni su 7 e la ristorazione chiusa 7 su 7?
•Perché ferramenta e le tabaccherie con le sigarette e i gratta e vinci possono stare aperti 6 giorni su 7 e la ristorazione chiusa 7 giorni su 7!
•Perché gli hotel possono stare aperti e possono fare ristorazione per i propri ospiti ma anche se aperti non possono accettare esterni al proprio Hotel, o accettare ospiti del B&B a fianco che non sa come far mangiare i propri ospiti.
Perché non tutti stiamo a Roma o Milano, da noi, 60 abitanti, non esiste delivery e asporto.
Non trovo la coerenza, perché la nostra categoria Horeca , che per altro si distingue con decine di codici atechi e quindi tipologie per ogni target sociale di età, non può aprire neanche parzialmente?
Grazie fin d’ora per le risposte e per la disponibilità.
Vi prego infine, illustrissimi Presidente Conte e Ministro Speranza di prendere in considerazione la chiusura delle marche da lunedì e non domenica, ci lasci l’ultimo giorno di lavoro, per le spese fatte per riempire le dispense in previsione di questo fine settimana, per il rispetto dei lavoratori extra già assunti. 


Ringraziando per la disponibilità all’ascolto, mi metto a disposizione per un confronto".
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Corriere Adriatico