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PESARO - Fa paura il virus venuto dai Paesi Bassi: ha gravemente compromesso la capacità respiratoria di un professionista fanese poco più che cinquantenne, ricoverato da qualche giorno nella rianimazione del San Salvatore per una positività al coronavirus con un’alta carica virale: è lui il caso indice nei reparti Covid dell’ospedale Marche Nord, che si preparano ad affrontare una temuta nuova onda d’urto della pandemia, attrezzandosi con i nuovi posti letto di terapia intensiva, che seppure autorizzati dal Governo nazionale a fine maggio ancora devono essere in gran parte allestiti.
Nell’ospedale la preoccupazione è rapidamente salita negli ultimi giorni, in corrispondenza con la progressiva crescita di contagi e ricoveri nella regione. Tanto che la disponibilità di posti letto a malattie infettive si sarebbe già saturata, secondo quanto comunicato attraverso Facebook ieri sera dall’ex presidente della commissione sanità della Regione, Fabrizio Volpini.
Un nuovo decesso a Marche Nord
E contro il coronavirus si è tornati a lottare per la vita.
Rapido peggioramento
I timori per la situazione clinica del professionista sono provocati dall’aggressività del virus. Il fanese ha manifestato i sintomi del contagio al rientro da un viaggio d’affari ad Amsterdam, perciò si ipotizza che il coronavirus possa essere stato importato dal Nord Europa, dove l’emergenza sanitaria in questo periodo è in uno stadio più avanzato. Dopo essere passato in ufficio, ha accusato tosse e febbre. All’aggravarsi dei sintomi, trascorsi alcuni giorni a casa, è stato ricoverato: in ospedale le sue condizioni sono precipitate tanto da dover essere intubato dopo un paio di giorni per una funzione polmonare fortemente ridotta. E’ gravissimo, ma i sanitari contano di salvarlo sottoponendolo a una doppia terapia d’urto: farmacologica e del plasma iperimmune dotato di anticorpi. Le preoccupazioni hanno investito anche gli ambienti da lui frequentati: lo studio professionale, dove i colleghi sono stati sottoposti a tampone, e soprattutto la famiglia perché alcuni figli in età scolare hanno sviluppato i sintomi tipici dell’epidemia e sono stati trattenuti a casa.
Secondo il bollettino di ieri del Gores, dei 113 ricoverati nelle Marche (più che raddoppiati in una settimana perché il lunedì precedente erano 55), 25 sono trattati nell’ospedale di Pesaro: 7 in terapia intensiva, 1 in medicina sub intensiva, 16 a malattie infettive e 1 a ostetricia.
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Corriere Adriatico