PESARO - Imprescindibili alleati nella battaglia contro il coronavirus, i guanti monouso sono diventati introvabili in tutta la città: accanto all’alcol...
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«E’ un articolo richiestissimo, al momento sono esauriti- commenta la titolare della Profumerie Ambrogiani- siamo in attesa di una nuova spedizione parziale perchè tutte le ditte da noi interpellate ne sono sprovviste addirittura per i prossimi mesi. Speriamo di riuscire dalla prossima settimana a tornare a fornire questo servizio ai nostri concittadini».
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«L’approvvigionamento è reso difficile anche dal rallentamento della produzione causata dallo scarseggiare di materiale con conseguente aumento dei prezzi» ci spiega Stefano Baiocchi, titolare di Cap Profumerie: «Il problema è insormontabile perché i guanti si producono da materie prime pregiate, lattice e nitrile. Il primo, naturale, proviene dall’albero della gomma, e non se ne può amplificare la produzione; il secondo è un materiale sintetico di ampio utilizzo prodotto dall’altro capo del mondo e venduto al miglior offerente. La produzione è insufficiente a coprire la richiesta e questo innesca un rialzo di prezzi ingestibile: le nuove forniture non saranno disponibili prima di giugno e a che prezzi? Già adesso siamo sui 10 euro per 100 pezzi. C’è dietro una grande speculazione che richiede l’intervento dello Stato per calmierare i prezzi, come è successo per le mascherine, annullando l’Iva e perseguendo chi specula con rincari ingiustificabili».
La ricerca dei guanti in questi giorni si è spinta anche in luoghi non convenzionali, come Dolci &Co Druda, che dopo aver addolcito la distribuzione delle mascherine lavabili fornite dal Comune di Pesaro ai bambini con 65 kg di cioccolatini si è adoperato per fornire questo presidio ai cittadini: «La richiesta è pressante e i fornitori ci hanno confermato l’indisponibilità fino al termine del mese. La scelta è ridottissima, sono anche finite le taglie: io stesso sono costretto a lavorare con una S pur indossando la L. Per il comune cittadino che li indossa solo per fare la spesa non è un grosso problema, ma per chi lavora in pubblico può diventare un fastidio: ci siamo ritrovati a fornire anche commercianti che lavorano con lo sfuso di frutta e verdura, che non riuscivano a reperire questo presidio per loro indispensabile da nessun’altra parte».
Controversa l’effettiva necessità di guanti per chi non si trova a lavorare col pubblico «Il guanto non è un presidio essenziale- commenta Stefano Baiocchi- con una corretta igiene delle mani e supportati da un buon igienizzante si può sopperirne l’uso. Certo indossarli è una forma di rispetto nei confronti di chi avviciniamo, ma sostengo che lavarsi spesso rimane sempre la strategia migliore». Senza dimenticare l’impatto ambientale: purtroppo emblematiche sono diventare le immagine di decine di guanti e mascherine monouso abbandonate specie in prossimità degli esercizi commerciali. Una forma di inciviltà indecorosa che rischia di diventare un’emergenza nell’emergenza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico