Colli al Metauro, minorenni incendiari per noia: cinque ragazzini nei guai

Colli al Metauro, minorenni incendiari per noia: cinque ragazzini nei guai
COLLI AL METAURO - Il più spavaldo orgoglioso della sua impresa si è fatto riprendere davanti alle fiamme, gli altri sono stati immortalati in un secondo video...

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COLLI AL METAURO - Il più spavaldo orgoglioso della sua impresa si è fatto riprendere davanti alle fiamme, gli altri sono stati immortalati in un secondo video mentre con cartacce, cartoni e altro materiale infiammabile alimentavano il fuoco. E poi ci sono le foto della violenza gratuita contro infissi e vetri e della distruzione tra le suppellettili industriali. A Calcinelli i roghi e la devastazione all’interno dello stabilimento abbandonato dell’ex mobilificio Simon erano diventati il passatempo di un gruppo di adolescenti, i più piccoli poco più che bambini. Tre incendi di origine dolosa si sono sviluppati nella settimana tra giugno e luglio nella struttura che si trova tra superstrada e centro abitato: episodi sempre risolti dai vigili del fuoco dopo l’allarme dei residenti, dei quali ora devono rispondere 5 ragazzini di età compresa tra 12 e 15 anni, tutti residenti a Calcinelli, identificati e denunciati alla procura della Repubblica per i minori dai carabinieri di Colli al Metauro per il reato di danneggiamento seguito da incendio.

 

Si tratta di studenti delle scuole medie che i militari della stazione comandata dal luogotenente Antonello Pannaccio hanno scoperto essere incendiari per noia e divertimento. I roghi si sono sviluppati nelle ore pomeridiane e preserali di sabato 30 giugno, lunedì 2 luglio e venerdì 6 luglio. Che fossero stati appiccati da qualcuno risultava chiaro dal materiale accatastato e dall’assenza di condizioni per l’autocombustione. Subito le indagini dei carabinieri, già in allerta sui rischi di quel complesso industriale in degrado dopo il grave incendio doloso del febbraio del 2017, si sono orientate verso i ragazzini della zona, che frequentavano furtivamente il capannone, passando per il fosso che ne delimita l’area sul versante del centro abitato. Quando è partito l’allarme del terzo incendio i carabinieri avevano già in mano i video e le foto rintracciate attraverso i social e pubblicate dai ragazzi per vantarsi su Instagram e chat di Whatsapp. Così sabato scorso i baby teppisti, nel frattempo identificati, alcuni italiani altri stranieri figli di immigrati, sono stati convocati in caserma e di fronte alla contestazioni e alle prove visive hanno ammesso le azioni di vandalismo. Uno aveva anche chiamato il 115 per vedere i pompieri all’opera. Tutti i genitori, operai o artigiani, sono rimasti spiazzati dall’accaduto e hanno offerto collaborazione ai carabinieri, redarguendo i ragazzi. Alle 5 denunce se ne aggiungeranno altre 2 nei confronti dei ragazzi identificati nelle ultime ore. Le segnalazioni provocheranno accertamenti di carattere socio familiare per rilevare eventuali condizioni di disagio.
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Corriere Adriatico