Perseguita l'ex convivente e il figlio della donna. Per lui codice rosso e carcere

Agente della polizia di Stato raccoglie la denuncia
FANO - Soprusi, gelosia, il tormento del controllo asfissiante. Un mix di azioni, di sentimenti e di impulsi tossici hanno spinto un cinquantenne residente a Fano fin dentro a una...

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FANO - Soprusi, gelosia, il tormento del controllo asfissiante. Un mix di azioni, di sentimenti e di impulsi tossici hanno spinto un cinquantenne residente a Fano fin dentro a una cella nel carcere a Villa Fastiggi di Pesaro. Dovrà restarci per due anni e mezzo, ha disposto il Tribunale, a causa del suo comportamento nei confronti dell’ex convivente e del figlio minorenne, che la donna ha avuto da una relazione precedente. Il campanello d’allarme.

 

 

Un caso da codice rosso, che il personale in servizio al commissariato di Fano ha attivato di recente su impulso della procura della Repubblica. Un primo campanello di allarme era già risuonato nella prima fase delle indagini.

L'indagine dell'anticrimine
Gli agenti dell’ufficio anticrimine, che si avvale dell’unità specializzata per le violenze di genere, hanno acquisito indizi su episodi di maltrattamenti verso familiari nei confronti della donna, a quel tempo convivente, e del figlio. In seguito il lavoro svolto dai poliziotti, coordinati dal dirigente Stefano Seretti, ha accertato anche atti persecutori. Il cinquantenne è stato dunque denunciato.

Era emerso, infatti, che da circa due anni la donna (anche lei fanese) subiva insieme con il figlio minorenne le vessazioni fisiche e psicologiche da parte del cinquantenne. Una gelosia, la sua, descritta come irrefrenabile, che lo portava a controllare la donna in modo asfissiante, sia negli spostamenti sia sui gruppi social. E la reazione dell’uomo, ogni volta che qualcosa lo irritasse e lo inducesse in sospetto, consisteva in minacce, privazioni, aggressioni verbali e fisiche rivolte anche verso il figlio della convivente.

La misura cautelare
Nei confronti del cinquantenne il Tribunale di Pesaro ha quindi emesso una misura cautelare, intimandogli di allontanarsi dalle due vittime e vietandogli di avvicinarle. Non gli è però bastato. Il personale del commissariato ha infatti scoperto che l’uomo continuava a seguire la donna, anche appostandosi vicino al negozio dove lei lavora. Il fanese è stato quindi sottoposto agli arresti domiciliari, in seguito è stato condannato dal Tribunale di Pesaro a due anni e sei mesi di reclusione e infine è stato condotto al carcere di Villa Fastiggi dagli agenti del commissariato, dopo l’ordine di esecuzione emesso dalla Procura della Repubblica.

La procedura di legge L’esito dell’indagine è stato comunicato nell’immediatezza dell’8 marzo, una data simbolo nella lotta contro la violenza di genere. Prova a contrastarla il cosiddetto codice rosso, la legge 69 del luglio 2019 che ha istituito una corsia veloce, preferenziale, per le denunce e per le indagini che riguardino i soprusi contro le donne e contro i minori. Il suo nome richiama il codice colore del pronto soccorso, dove il rosso è assegnato ai casi che richiedono un intervento immediato.

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Corriere Adriatico