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PESARO Ieri in aula ha testimoniato il poliziotto che ha querelato per diffamazione il ristoratore Umberto Carriera. I fatti risalgono al 15 gennaio 2021, quando Carriera aveva aperto La Grande Bellezza per protesta contro le limitazioni Covid. Aveva poi diffuso le immagini via social dell’arrivo della polizia, scatenando gli hater con minacce e insulti agli agenti. Carriera è finito a processo assieme alla compagna Clarissa Rosselli con l’accusa di diffamazione con l’aggravante di fatto commesso contro pubblico ufficiale e diffusione di un video o audio carpito in maniera fraudolenta.
La persona offesa è il commissario Paolo Badioli: «Non ho mai sporto denuncia per minacce, calunnie e lesioni - ha detto - in 30 anni di servizio.
Il video
Video che il perito ha giudicato integrale, senza tagli. L’oggetto del contendere è la presentazione dei poliziotti come tali, cosa che non appare . Mentre appare nei filmati dalla scientifica. Badioli ha letto alcuni dei commenti contro di lui: “Bisogna sapere dove abita”, “Sbirro viscido da pestare a sangue”, “Possa tu vedere tuo figlio morto sotto un treno”. Badioli ha ribadito di essersi «identificato con la placca della polizia e la carta di identità. Mi sono trovato la donna con il telefonino e Carriera che diceva di registrare. Ho detto che non potevo impedire di registrare ma che non era autorizzata a divulgare il filmato». Badioli ha chiuso: «Ero preoccupato, tanto da uscire armato per portare fuori il cane. Temevo più chi mi minacciava che un delinquente». Carriera è difeso dagli avvocati Bertuccioli e Nannelli, Badioli dai legali Rampino e La Torraca.
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Corriere Adriatico