OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il silenzio surreale
Sembra un luogo solitario da tempi remoti, la Pieve di Candelara sulla collinetta abbagliata dal sole che picchia fuori stagione, a un anno esatto dalle scosse del 9 novembre scorso che l’hanno gravemente lesionata e chiusa alle attività religiose, culturali e turistiche. Un silenzio surreale, per un luogo di culto abituato a 30.000 visitatori all’anno, rotto da chi ha passato a combattere questi ultimi 12 mesi tra sopralluoghi, progetti, richieste di fondi, sante messe in trasferta, delusione sui volti dei turisti e delle coppie che volevano sposarsi tra le antiche mura.
Il sacerdote
Il sacerdote don Giampiero Cernuschi, dopo aver temporeggiato a lungo, si è deciso per una risoluzione netta: «Non si potevano più aspettare i contributi nazionali, dovevamo rimboccarci le maniche e dare fondo alle nostre risorse - scandisce le parole quasi fossero preghiere -.
Le risorse
Le risorse iniziali di 30 mila euro per la messa in sicurezza basilare arriveranno dal prestito di un istituto di credito e da un tesoretto messo da parte dalla parrocchia. «La nostra è una piccola comunità di 1.400 anime e non è facile trovare sponsor, contributi e aiuti. D’altra parte all’Arcidiocesi mancano le risorse specifiche perché in questi casi non si può utilizzare l’8 per mille, ma deve intervenire lo Stato in quanto si è riconosciuta la calamità naturale». L’operazione prevede il montaggio di una serie di tiranti per bloccare la parete est della pieve che si è spostata di circa 10 centimetri. Lavori provvisori, giusto per avere tutte le carte in regola e riaprire domenica 31 marzo.
«Sarebbe stato un sogno dire messa a Natale - afferma don Cernuschi -, ma non ce la facciamo assolutamente, il progetto definitivo va trasmesso alla Soprintendenza per tutti i controlli legati al vincolo storico e archeologico, poi la parrocchia indirà la gara d’appalto e cominceranno i lavori, non semplici. Interveniamo con le nostre forze e nel frattempo speriamo di avere la conferma di rientrare nella graduatoria della Protezione civile nazionale».
La singolarità
Don Cernuschi ricorda più volte la singolarità della pieve di Santo Stefano: «Non è una chiesa come le altre. Si tratta di un unicum gotico a croce greca che ha un valore incommensurabile. Una storia che risale al Nono secolo, nel medioevo, sulle basi di un tempio cristiano del VI-VII secolo. Tratti distintivi che la rendono una rarità anche per i 30.000 turisti e visitatori che arrivano ogni anno a Candelara solo per ammirarla».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico