OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
APECCHIO - Gina non c’è più. E’ morta, vittima di bocconi avvelenati disseminati qua e là nei boschi sopra la frazione di Pian di Molino. Era la volpe che ormai da un anno tutte le sere, rispettando ligi orari compresi “legali” e invernali, era cliente dell’agriturismo, appunto, di Pian di Molino, dove accettava il suo piatto pure dalle mani di Piergiorgio, proprietario del ristorante.
Tanto da diventare, nello stesso tempo una habituée e un’attrazione, che come tale non disdegnava di entrare nelle simpatie dei clienti, divertiti dalla sua presenza.
Purtroppo questa volta le sue assenze si sono prolungate, da allarmare molto Carla di Fermignano, cuoca, che da tempo era diventata la sua fedele cameriera. Giorni fa era andata alla sua ricerca nei boschi, ritrovandola riversa morta in un bosco. E i sospetti di avvelenamento diventano ben presto realtà. Già proprio così. Bocconi avvelenati nascosti parzialmente sotto terra, con il chiaro intento di uccidere cani da tartufo. Un intreccio tra invidie e gelosie che porta l’uomo a commettere uno dei più odiosi “crimini” contro gli animali. Una sorta di faida messa in piedi da gente senza alcun scrupolo, per eliminare la concorrenza tra i cavatori di questo pregiato tubero. Certezza data da un appassionato del vanghino, che nei pressi di quei boschi, è riuscito a salvare in extremis i suoi due cani, intenti a mangiare uno di quei bocconi.
Intanto la cuoca Carla è un vulcano in eruzione e non lo manda a dire: «Sono schifata da questa storia – sbotta – perché non è possibile che in questa era si continui per il vile denaro a uccidere con il veleno, ogni sorta di animale carnivoro. Una persona non può neppure andare a fare una passeggiata nel bosco, per non vedere il proprio cane finire avvelenato». E può succedere... «Qualche settimana fa – racconta – una coppia di Roma passeggiava in un bosco sempre da questi parti, con il proprio fedele amico, accorgendosi che ad un certo punto, stava male. Schiuma alla bocca e poi nulla da fare. Mi domando allora chi siano i veri animali...». Una bella storia quella di Gina, che si sarebbe potuta tramutare in una favola da raccontare un giorno ai propri nipotini, in un freddo inverno davanti a un bel camino, ma che la crudeltà degli uomini, ha bruscamente interrotto.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico