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APECCHIO - Un pranzo di ferragosto tra Marche e Umbria, esattamente lungo la linea che divide le due regioni, con una tavolata posta nella "terra di mezzo" e i cartelli che marcano il territorio di appartenenza. Un'idea originale e unica nel suo genere organizzata dai sindaci di due Comuni: Pietralunga in provincia di Perugia e Apecchio in provincia di Pesaro e Urbino. Il pranzo è stato servito all'aperto in località Pian della Serra nel piazzale di un casolare edificato proprio al centro tra Marche e Umbria, seduti al tavolo i sindaci dei due comuni, Vittorio Nicolucci (Apecchio) e Mirko Ceci (Pietralunga) più alcuni commensali dei due versanti territoriali seduti rigorosamente dalla parte dei cartelli a capo tavola. Otto in tutto, per un pranzo allietato dalla musica e dalle eccellenze della gastronomia locale,con in tartufo in testa.
Un pranzo al confine tra Marche e Umbria
La tavola, dicevamo, è stato collocato esattamente sulla linea evidenziata nelle mappe catastali che demarca i due territori delle due regioni che si affaccia sulla proprietà di Giuseppe Collesi, imprenditore e titolare di un noto birrificio che sorge proprio li accanto. La strada provinciale 121 divide in due e, al contempo, unisce Pian della Serra nelle Marche e Castelguelfo in Umbria, tenendo insieme la storia di questo territorio e delle famiglie che nel corso dei secoli hanno abitato e animato la vita del luogo. Sul lato pietralunghese, l’antica casa padronale e alcune pertinenze dell’attività agricola, oggi convertiti ad ospitalità: sul lato apecchiese, la vecchia casa dei contadini, la strada e l’attuale impianto produttivo di un birrificio artigianale di eccellenza internazionale.
I commensali hanno gustato a ritmo di musica della migliore tradizione “contadina”, brani davvero irresistibili (tarantella marchigiana e Scatola Magica) eseguiti al clarinetto, dal maestro Fabio Battistelli, umbro originario di Città di Castello e dal marchigiano, Christian Riganelli alla fisarmonica, originario di Recanati.
Lo speciale menù con il Re tartufo
Antipasti con bruschetta olio extravergine e tartufo nero, taglieri di salumi e formaggi con ciaccia cotta su forno a legna. E poi i primi di gnocchi di patate di Pietralunga doc e tartufo nero che ha cosparso di scaglie profumate anche le tagliatelle rigorosamente fatte a mano tirate con matterello. Regina incontrastata dei secondi piatti come prevede la tradizione ferragostana, l’oca arrosto cotta su forno a legna e servita su un letto di patate. E poi per concludere i dolci con un trionfo di sapori irresistibili umbro-marchigiani per il palato: “bostrengo”, tipico marchigiano (con acqua, pane raffermo, farina di polenta, farina tipo 0, zucchero, noci, uva passa, fichi, mele e scorza d’arancio), bastoncelli, cantucci e crostata della nonna.
Formaggi e dolci sono stati abbinati alla degustazione di un vero e proprio nettare, eccellenza dell’altotevere umbro e presidio Slow Food, il Vin Santo Affumicato prodotto in quantità limitata dalla Miniera di Galparino a Città di Castello, unico in Italia come ha illustrato nel corso del pranzo, Lucia Ceccarelli. Bollicine per iniziare e poi un trionfo di bianchi e rossi dell’Umbria e della valle del Metauro sul versante marchigiano per un connubio di profumi e sapori al palato davvero irresistibile, come ha dichiarato Tiziana Croci, esperta sommelier, delegata umbra dell’associazione Ais.
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Corriere Adriatico