GLI INCENTIVI ASCOLI Saranno in totale 12 le attività commerciali del Piceno ammesse in graduatoria nel bando regionale per sostenere con contributi la riqualificazione e la...
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ASCOLI Saranno in totale 12 le attività commerciali del Piceno ammesse in graduatoria nel bando regionale per sostenere con contributi la riqualificazione e la valorizzazione commerciale di aree, vie o piazze, con particolare riguardo ai centri storici e privilegiando l'attivazione da parte dei giovani di nuovi esercizi commerciali. In particolare, il bando era diretto a micro, piccole e medie imprese commerciali di vendita al dettaglio esistenti e a micro, piccole e medie imprese di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Su un totale di 49 proposte ammesse in graduatoria, per la quale ora si procederà a scorrimento per la concessione dei contributi, come detto saranno 12 le attività della provincia ascolana a poter beneficiare del contributo. Si tratta, nello specifico, di negozi o pubblici esercizi di Appignano (1 attività), Roccafluvione (1 attività), Montalto (3 attività), Colli (1 attività), Montedinove (1 attività), Ripatransone (1 attività), Montemonaco (2 attività), Trisungo di Arquata (1 attività), Comunanza. Sono state risultate inammissibili, invece, 4 richieste pervenute da Ascoli (2 attività), San Benedetto e Grottammare. Gli interventi, per i quali si concederanno contributi pari al 20% dell'investimento previsto, riguarderanno ristrutturazione o manutenzione ordinaria e straordinaria dei negozi, nonché ampliamento dei locali adibiti o da adibire ad attività commerciale ((le spese relative al deposito merci nonché gli uffici non sono ammissibili a contributo anche se il deposito/ufficio è contiguo all'unità locale), attrezzature fisse e mobili strettamente inerenti l'attività di vendita o di somministrazione di alimenti e bevande e arredi strettamente inerenti l'attività di vendita o somministrazione. Non erano finanziabili gli investimenti mobiliari ed immobiliari, realizzati mediante operazioni di locazione finanziaria. La spesa ammissibile, al netto di Iva, non poteva essere inferiore a 15mila euro di investimento né superiore a 60mila euro.
l. marc.
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Corriere Adriatico