STEFANIA DE FRANCESCORoma Nessun election day. Il referendum contro le trivelle per la ricerca di petrolio in Adriatico si...
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Roma
Nessun election day. Il referendum contro le trivelle per la ricerca di petrolio in Adriatico si farà il 17 aprile e non quindi nello stesso giorno delle elezioni amministrative (data non ancora fissata). Il Cdm lo ha deciso nonostante appelli e sollecitazioni a non sprecare centinaia di milioni di euro (dai 300 ai 400) che costerebbe organizzare la consultazione popolare. Ora ambientalisti e alcune frange politiche sperano in un rifiuto del presidente della Repubblica a firmare il decreto. Altro timore è che sia un flop, per mancanza di quorum.
Il risultato è meno partecipazione e più costi sintetizza Roberto Speranza, deputato che guida la minoranza Pd. E il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, pur dello stesso avviso, avverte che è una scelta che può essere rimeditata dal Governo anche per dare più informazione ai cittadini su una materia complessa. Il quesito riguarderà la durata delle autorizzazioni già rilasciate a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti entro le 12 miglia dalla costa e cioè che abbiano la durata della vita utile del giacimento.
Ad attaccare l'Esecutivo è il Movimento 5 Stelle, secondo cui l'obiettivo è affossare definitivamente il referendum. In sostanza, dice Loredana De Petris (Gruppo Misto-Sel), è il tentativo sfacciato di rendere più difficile il raggiungimento del quorum. Si rincorrono gli attacchi alla scelta del governo truffaldina secondo Nicola Fratoianni di Sel perché non consente il tempo sufficiente per aprire nel Paese una discussione ampia che permetta agli italiani di decidere consapevolmente. Sinistra Italiana ha presentato una proposta di legge, semplice e snella di due articoli, che potrebbe essere approvata in 24 ore se solo si volesse spiega, aiutando il ministro Alfano che una settimana fa aveva spiegato che per l'election day ci voleva una legge. Una proposta di legge è stata presentata anche da Alternativa Libera. Che insieme a Sinistra Italiana e Possibile formano un asse per un appello rivolto, più che a Matterella, ad ambientalisti del Pd e presidenti di Regione che hanno promosso il referendum, in modo che Palazzo Chigi riveda la scelta. Scendono in campo gli ambientalisti e il Codacons ricorrerà al Tar.
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Corriere Adriatico