LE INDAGINI SANT'ELPIDIO A MARE Anche per gli assassini di Stefano Marilungo le prossime settimane potrebbero essere decisive. Un lavoro nel massimo riserbo, quello portato avanti...
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SANT'ELPIDIO A MARE Anche per gli assassini di Stefano Marilungo le prossime settimane potrebbero essere decisive. Un lavoro nel massimo riserbo, quello portato avanti dai carabinieri negli ultimi mesi, per dare un volto agli autori della feroce rapina finita in tragedia, lo scorso 28 aprile, all'impresa di onoranze funebri di via Adige a Sant'Elpidio a Mare. Due delitti dai diversi punti in comune, quello del 65enne elpidiense e della signora Biancucci di Montegiorgio, separati di poche settimane l'uno dall'altro, entrambi partiti da una rapina, entrambi con una persona inerme legata, imbavagliata e colpita. Non a caso, lo scorso settembre, il fratello di Marilungo, Sergio, anche lui vittima del pestaggio, commentava con sollievo l'arresto di uno degli autori dell'omicidio Biancucci, sperando che presto anche per il suo familiare si sarebbe fatta giustizia. I militari hanno esaminato migliaia di auto immortalate dalle telecamere di videosorveglianza, scandagliato ogni possibile elemento utile a risalire ai responsabili. La palazzina dell'orrore dove si è consumato il delitto è stata tenuta sotto sequestro per ben 40 giorni, dal piano terra, dove si trovano le pompe funebri, fino ai piani superiori, dove sono gli appartamenti dei due fratelli. Un tempo lungo, fatto di numerosi sopralluoghi per non lasciare nulla al caso. In occasione del premio Elpidiense dell'anno, lo scorso 30 dicembre, il comandante del Norm di Fermo e a lungo a capo della caserma di Sant'Elpidio, Serafino Dell'Avvocato, ha espresso parole di fiducia su un esito positivo: «Mi assumo un impegno col sindaco, prenderemo i responsabili di quel crimine» ha detto il militare. Una promessa convinta che fa ben sperare in un esito molto avanzato delle indagini.
Pierpaolo Pierleoni
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Corriere Adriatico