Può bastare un Sms per avvertire il 113 e fermare gli spacconi

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LA CAMPAGNA ANCONA Fa paura il bullismo, quello reale e quello virtuale...

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LA CAMPAGNA

ANCONA Fa paura il bullismo, quello reale e quello virtuale che lascia comunque segni indelebili sulla vita delle vittime. Si susseguono le iniziative delle forze dell'ordine per alzare un argine al fenomeno dilagante. La polizia postale è in prima linea. A marzo scorso gli operatori della Polposta hanno incontrato in tutta Italia oltre un milione e 300mila studenti sia nelle piazze sia nelle scuole, 147.000 genitori, 82.500 insegnanti per un totale di 10.750 istituti scolastici, 39.000 km percorsi e 190 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 121.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online. L'obiettivo dell'iniziativa era prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un'opera di responsabilizzazione in merito all'uso della parola. Gli studenti attraverso il diario di bordo e l'hastag #unaparolaeunbacio hanno lanciato il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo. Anche la questura è impegnata su questo fronte. Impossibile presidiare ogni strada, controllare ogni persona. Ma l'impegno messo in campo dalla Polizia di Stato per fermare il bullismo è intenso e costante. Rischia di risultare insufficiente se anche i cittadini non daranno il proprio contributo segnalando episodi conclamati o sospetti. Un grande aiuto in questo senso può arrivare dai giovani, soprattutto per quanto riguarda la violenza di minori su altri minori. Per questo la Polizia di Stato ha realizzato una app gratuita, YouPol, che permette di inviare tramite messaggi scritti, anche corredati da foto o video, segnalazioni alle sale operative delle questure. Nel caso in cui si assistesse a un episodio di bullismo e non sapesse cosa fare, YouPol permette di fare una segnalazione attraverso un semplice messaggio. In questo modo non si dà nell'occhio mettendo il telefono all'orecchio e si fa tutto più velocemente, non si deve passare attraverso il centralino del 113, che evita di intasarsi.

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Corriere Adriatico