Nel mirino la stessa famiglia nomade

Nel mirino la stessa famiglia nomade
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ANCONA Minacce di morte per intimidire e far pesare, nei confronti di chi non s'adegua alla legge del più prepotente, il nome della famiglia nomade allargata (sempre la stessa) a cui si appartiene. L'indagine dei carabinieri che ieri ha portato all'arresto di un rom accusato anche di estorsione nei confronti di un fornitore, ha tratti di aderenza, per il cognome che ricorre ( Spinelli) e per le modalità intimidatorie di cui erano capaci gli indagati, con l'Operazione San Lazzaro condotta dalla Squadra Mobile, sfociata martedì scorso in quattro arresti. Un'intera famiglia - padre e madre 50enni, figli di 25 e 22 anni - avrebbe commesso aggressioni ed estorsioni ai danni di tossicodipendenti pur di mantenere il pieno controllo della piazza di spaccio del Piano. I detective della Mobile, indagando su diversi episodi di smercio d droga, hanno scoperto che una famiglia di origine rom, stanziale da anni ad Ancona, non si limitava a spacciare, ma imponeva con le maniere forti la propria leadership esclusiva nello spaccio. Addirittura una delle vittime, un consumatore di eroina che voleva autofinanziarsi spacciando qualche dose, sarebbe stato sottoposto a una dura lezione, sfigurato al volto con un pugno sferrato con un anello. I quattro sono stati arrestati (i genitori in carcere, i due figli ai domiciliari) su ordinanza del gip Sonia Piermartini per svariati reati: associazione per delinquere finalizzata allo spaccio, estorsioni, truffe, lesioni, sostituzione di persona, stalking e circonvenzione d'incapace. Gli arrestati avrebbero anche affrancato un tossico dal pressing di pusher albanesi che reclamavano il pagamento di una fornitura di droga, subentrando però come creditori addirittura di una somma maggiore.

l. s.
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Corriere Adriatico