MACERATA La denuncia sui social, da parte della famiglia di Pamela Mastropietro,

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MACERATA La denuncia sui social, da parte della famiglia di Pamela Mastropietro, per la scomparsa di alcuni oggetti che appartenevano alla giovane romana nel luogo dove viene...

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MACERATA La denuncia sui social, da parte della famiglia di Pamela Mastropietro, per la scomparsa di alcuni oggetti che appartenevano alla giovane romana nel luogo dove viene ricordata, arriva proprio a distanza di un anno dalla conferma in Appello della sentenza di condanna a Innocent Oseghale. Era il 16 ottobre dello scorso anno, infatti, quando la Corte d'Assise di Appello di Ancona ha confermato la condanna all'ergastolo. Il prossimo 14 gennaio, invece, è previsto il processo davanti alla Corte di Cassazione. Oseghale approderà dinanzi ai giudici della Prima sezione penale. A presentare il ricorso erano stati i difensori del nigeriano, gli avvocati Umberto Gramenzi e Simone Matraxia. La famiglia della giovane, invece, ha da sempre ribadito l'impegno «affinché venga confermato l'ergastolo contro colui che è stato ritenuto, al momento, l'unico responsabile materiale». Oseghale, in primo e secondo grado, è stato condannato all'ergastolo per tutti i reati contestati: il nigeriano è accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro. A gennaio prossimo, esattamente quattro anni dopo l'omicidio della 18enne, potrà concludersi, con la sentenza definitiva, questa tragica storica. Innocent Oseghale ha sempre negato di aver ucciso la giovane, sostenendo che si sia trattato di un incidente. Ha ammesso, però, di aver fatto a pezzi il corpo che venne ritrovato in due valigie. Poche ore dopo quel ritrovamento, i carabinieri arrivarono ad Oseghale.

g. san.
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Corriere Adriatico