L'imputato è sempre rimasto in silenzio, senza esternare emozioni Il legale: «Ce lo aspettavamo situazione molto grave e seria»

L'imputato è sempre rimasto in silenzio, senza esternare emozioni Il legale: «Ce lo aspettavamo situazione molto grave e seria»
IL CASOPESARO Una condanna di quelle che si definiscono esemplari per Guerlin Butungu, il capobranco degli stupri di Rimini: 16 anni di carcere, più della richiesta del pubblico...

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IL CASO
PESARO Una condanna di quelle che si definiscono esemplari per Guerlin Butungu, il capobranco degli stupri di Rimini: 16 anni di carcere, più della richiesta del pubblico ministero. Giustizia è fatta per severità e rapidità viene da ribadire: ci sono voluti 77 giorni per arrivare dalle violenze consumate al primo verdetto. E' quanto ha deciso ieri il collegio del tribunale di Rimini nel processo con rito abbreviato al 20enne congolese, in Italia come richiedente asilo, ritenuto colpevole per tutti e dieci i capi di imputazione.

Tutte le accuse
Era accusato - lui, l'unico maggiorenne di un branco di belve ragazzine - degli stupri e della rapina della turista polacca e della transessuale peruviana del 25 agosto in concorso coi tre minorenni residenti nella provincia di Pesaro. Gli è stata contestata anche la rapina nei confronti di una giovane coppia tra l'11 e il 12 agosto, lui di Varese lei di origini etiopi, oltre alla violenza sessuale aggravata sulla giovane; infine una rapina nei confronti di due giovani di Bologna e Prato la sera del 26 agosto e spaccio nei confronti dei tre minorenni. Il collegio presieduto da Silvia Corinaldesi ha disposto anche l'espulsione dall'Italia del congolese al termine della pena. E il pagamento di quattromila euro di multa e di tutte le spese processuali, comprese quelle di mantenimento in carcere.
Risarcimenti concessi
L'imputato è stato infine condannato al risarcimento del danno alle parti, da stabilirsi in sede civile, con provvisionali esecutive di 30 mila euro alla ragazza polacca e 20 mila al compagno, 30 mila euro alla prostituta peruviana, 10 mila al Comune di Rimini, altrettanti alla Regione Emilia-Romagna. Liquidati in via definitiva invece cinquemila euro all'associazione «Butterfly anti violenza e stalking» e poco meno di settemila all'Ausl Romagna.
La sentenza è arrivata poco prima delle 19 dopo tre ore circa di camera di consiglio. Butungu è rimasto silenzioso durante la lettura del dispositivo della sentenza. Occhi rivolti verso il basso. Non ha esternato emozioni, solo uno scambio di battute coi suoi legali e poi via verso la camionetta che lo ha riportato in carcere. La procura della Repubblica di Rimini attraverso il pm Stefano Celli in mattinata aveva chiesto 14 anni e due mesi per l'immigrato, che godeva fino al 2018 di un permesso di protezione umanitaria dopo essere uscito dal circuito di accoglienza pesarese. La Procura aveva formulato la sua richiesta di pena che prevede la continuazione per tutti i reati commessi dal congolese.
Il rito abbreviato
Commenta l'avvocato di Butungu, Mario Scarpa: «Ero rimasto stupito della richiesta del pm, lui l'avevamo già preparato e in un primo momento si sentiva parlare di 20 anni. Non penso di poter esprimere soddisfazione. Però per 10 capi di imputazione è una sentenza che ci aspettavamo. La situazione era molto grave e seria». Il congolese è stato giudicato con rito abbreviato davanti al Collegio a meno di ottanta giorni dagli stupri consumati alla guida del branco (gli altri tre componenti sono due fratelli di 15 e 17 anni residenti a Vallefoglia e un nigeriano di 16 anni residente a Pesaro che verranno giudicati successivamente). In mattinata anche le richieste delle parti civili. L'avvocato Maurizio Ghinelli che tutela i due polacchi, aveva chiesto «una pena congrua alla violenza dei reati», 500 mila euro per la ragazza violentata da Butungu e i 3 complici minorenni, 200 mila per l'amico picchiato e rapinato. Per il Comune di Rimini, parte civile sempre difeso da Ghinelli, la richiesta era stata di 50 mila euro per danni patrimoniali e non patrimoniali. L'avvocato Enrico Graziosi, che tutela la trans peruviana, aveva chiesto un risarcimento di 200 mila euro sottolineato un paio di aspetti: «Aldilà della giovane età e l'uso di alcool, questi ragazzi hanno dimostrato di essere una vera e propria banda capace ed abile. Fredda e crudele. La mia assistita è rimasta fiduciosa, ma composta come sempre una sentenza che segna la fine di una brutta storia. Siamo soddisfatti della sentenza e lei è pronta a riprendersi la sua serenità».
Quel marchio sull'estate
La velocità con cui è andata a verdetto la prima parte dell'iter giudiziario -l'avvocato ha annunciato ricorso in appello e nei prossimi mesi toccherà ai tre minorenni - lenisce solo in parte, socialmente e umanamente, le cicatrici di brutalità e orrore che hanno marchiato la coda dell'estate 2017 . quando a subire violenza sono state non solo delle persone ma lo stesso concetto di dignità.

Simonetta Marfoglia
Luigi Benelli
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Corriere Adriatico