L'EMERGENZAFERMO Mentre nell'entroterra, nei paesi dei Sibillini e sulla Valdaso si spala ancora la neve e si lavora per pulire le strade e liberare le frazioni nei giorni scorsi...
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Il monitoraggio
Dopo l'emergenza neve quindi, peraltro tutt'altro che conclusa, è allarme fiumi nelle Marche, anche se per il momento, assicura l'assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti, «non c'è un rischio idrogeologico, ma se si sciolgono 4 metri di neve non si può certo escludere. Per cui stiamo monitorando il livello dei fiumi». Dopo i terremoti, l'energia che si libera crea conseguenze nella dinamica in superficie. Dunque sono raddoppiate le portate di fiumi. Ora sarà necessario controllare le sorgenti, i versanti, soprattutto quelli dove insistono gli acquedotti, e controllare i fiumi. Quando la neve si scioglierà le portate aumenteranno ulteriormente e le valli potrebbero entrare in crisi.
Frazioni raggiunte
Intanto tutte le frazioni isolate nei giorni scorsi sono state raggiunte e sono sotto controllo e mancano poche strade di accesso ai centri abitati ancora da liberare. Per quanto riguarda il rischio valanghe, i tecnici della protezione civile informano che in base alle ultime osservazioni il manto nevoso si sta consolidando in considerazione del fatto che le temperature si stanno alzando in maniera molto graduale. Lo zero termico ieri si è registrato intorno ai 1100 metri, condizione favorevole per la stabilizzazione delle nevi. Resta alta tuttavia l'attenzione rispetto alle strade che corrono lungo le scarpate, poiché potrebbero verificarsi fenomeni localizzati di scivolamento di piccole porzioni di masse nevose. I tecnici sono al lavoro per i rilievi e per monitorare costantemente la situazione, senza l'ausilio, per il momento, dei sorvoli aerei, impossibili a causa delle condizioni metereologiche che determinano scarsa visibilità.
Lolita Falconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico