«In vendita il San Benedetto» Ma il bando dell'Asur non c'è

«In vendita il San Benedetto» Ma il bando dell'Asur non c'è
LA RIQUALIFICAZIONEPESARO Non perde un'oncia della sua maestosità nonostante gli sfregi del tempo, trasuda il dolore che lo ha abitato mantenendo quell'aspetto di palazzo ducale:...

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LA RIQUALIFICAZIONE
PESARO Non perde un'oncia della sua maestosità nonostante gli sfregi del tempo, trasuda il dolore che lo ha abitato mantenendo quell'aspetto di palazzo ducale: il San Benedetto, l'ex manicomio per i pesaresi, occupa uno spazio di 14mila metri quadrati ai piedi del corso cittadino e sul mercato vale solo 8 milioni di euro. Ieri il sindaco è tornato a parlarne in un videomessaggio sottolineando come la sua amministrazione abbia sbloccato una situazione che da quasi 30 anni angustia gli amministratori e fa infuriare i cittadini. «In questi anni siamo risusciti a sbloccare la questione storica, impantanate da tanto tempo. Finalmente nei prossimi anni restituiremo questo patrimonio straordinario alla città».

Il protocollo
Ricci fa riferimento all'accordo stipulato con la Regione Marche, per il quale i locali della ex lavanderia vengono scorporati dal corpo del grande edificio e affidati al Comune di Pesaro con l'obiettivo di trovare nuovi spazi alla vicina biblioteca San Giovanni. Si è anche parlato di un ponte pedonale, di rapida edificazione, che potrebbe collegare facilmente la biblioteca alla ex lavanderia, quasi a farne un unico luogo. Alla base di questa operazione c'è però un bando dell'Azienda sanitaria regionale (proprietaria del San Benedetto) che doveva essere pubblicato entro la fine di marzo e che non solo non ha ancora evidenza pubblica ma non è stato redatto. Il bando dovrebbe mettere in vendita l'ex manicomio esclusa la parte affidata al Comune così che dagli 8 milioni di euro richiesti per l'acquisizione, dovrebbe beneficiarne di uno per avviare la ristrutturazione dell'ex lavanderia.
La variante
Senza un bando che stabilisca i criteri di vendita e di destinazione non è possibile disegnare la variante al Prg di Pesaro che dovrebbe allargare le maglie del riutilizzo dell'edificio per chi lo acquisterà. Al San Benedetto potranno trovare spazio destinazioni legate al terziario, al residenziale e al commerciale. Come ha sostenuto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli lo Psychiatrisches krankenhaus «potrebbe diventare anche un albergo se gli investitori lo vorranno». Secondo le promesse la variante dovrebbe essere approvato entro la fine dell'anno, ma fino al 26 maggio non si saprà da chi e dunque se verrà realizzata. Quindi prima di vedere un collegamento tra la biblioteca San Giovanni e la ristrutturata ex lavanderia dovrà passare molta acqua sotto i ponti.
La partita
La partita è legata a doppio filo anche alla realizzazione del nuovo ospedale di Muraglia perché tutti gli uffici dell'Asur dovranno essere trasferiti in una parte del San Salvatore, una volta effettuato il trasloco a Muraglia. Solo una parte perché i vari stabilimenti dell'ospedale di Pesaro occupano una superficie decisamente maggiore rispetto ai 14mila metri quadrati del San Benedetto. E qui per calcolare la tempistica non sarebbe nemmeno sufficiente uno dei quegli algoritmi che tanto piacciono al presidente Ceriscioli. Questa operazione terribilmente ancora solo sulla carta lascia intendere però la volontà dell'amministrazione di salvaguardare almeno una piccola porzione dell'edificio più il vialetto che oggi ospita una trentina di parcheggi a destinazione culturale.
I ritardi
Spiega il consigliere regionale Andrea Biancani: «L'Asur ha oggettivi problemi di personale tecnico, a cui è affidata una vera mole di lavoro, e nella definizione del bando per l'alienazione del San Benedetto è in ritardo. La Regione non ha indicato una data precisa ma probabilmente prima dell'estate il bando sarà pronto e l'operazione di recupero del San benedetto potrà finalmente essere avviata».
La cultura

Resta il fatto che il San Benedetto è un tema molto sensibile per la città e fa parte a pieno diritto dei programmi di tutte le forze politiche. C'è chi chiede che rimanga pubblico, chi ci fantastica una sede universitaria e chi un grande luogo di cultura. L'unica consolazione arriva dalla cultura e solo per citarne alcuni esempi, da Il mio manicomio di Paolo Teobaldi, da Al posto del dolore di Ilva Sartini, da tutto ciò che ha recuperato, fotografo e messo in mostra Roberto Vecchiarelli e dall'incredibile fascino che in tantissimi artisti l'ex ospedale psichiatrico ha suscitato.
Silvia Sinibaldi
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Corriere Adriatico