Il commiato con i capiservizio intorno alle 10, un paio di cose da vedere e poi

Il commiato con i capiservizio intorno alle 10, un paio di cose da vedere e poi
Il commiato con i capiservizio intorno alle 10, un paio di cose da vedere e poi a Osimo, alle 11.30, alla messa nella basilica di San Francesco per le celebrazioni della festa di...

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Il commiato con i capiservizio intorno alle 10, un paio di cose da vedere e poi a Osimo, alle 11.30, alla messa nella basilica di San Francesco per le celebrazioni della festa di San Giuseppe da Copertino. È l'agenda dell'ultimo giorno di Luca Ceriscioli, governatore della Regione Marche ma soprattutto da oggi e per sempre il governatore del Covid. Quando chiuderà la porta dello studio, ormai sgomberato da tutti gli effetti personali, saranno passati 1937 giorni da quel 31 maggio 2015 in cui era stato eletto.

La licenza dell'ultimo giorno
Cinque anni, tre mesi e 18 giorni in cui molto si è discusso sul governatore accentratore e tetragono, diesel e troppo pragmatico ma pochissimo si è saputo del Luca Ceriscioli da Villa Fastiggi, pendolare che tutte le mattine raggiungeva Ancona con il treno regionale. Con la licenza dell'ultimo giorno, dietro le quinte del settimo piano gli aneddoti fioccano. C'è il governatore, per esempio, che durante il Covid non può più andare a pranzo fuori e si porta da mangiare da casa: inizia slow con la piadina insalata, formaggio leggero e prosciutto. Lo staff la ribattezza piada legeresse.
Convertito sulla via di Portonovo

Poi un bel giorno Ceriscioli si converte sulla via di Portonovo e nella piadina spuntano mortadella e paccasassi (l'erba spontanea della Riviera del Conero che marinata, ma anche non, ha un suo perché) oppure la variante frittata e paccasassi. E se ha fatto storia il Luca apple che un giorno si presenta tristissimo con la mela super dietetica c'è anche il Luca chef che un bel giorno sfodera dalla goluppa con il tacchino cucinato da se medesimo e offre per tutti. Nel pieghe del Covid fiorisce il governatore idolo social con meme e sticker risalendo in maniera esponenziale da un abisso inscalabile mediaticamente (la conferenza stampa con revoca in diretta dell'ordinanza di chiusura per voce del premier Conte). Si va da Nostradamus a Vi salvo io, da Papa Ceriscioli a Vi serve un'ordinanza? ma soprattutto nasce l'agiografia del comandante Cé. Perché, dicono dallo staff, numeri alla mano è sempre stato una figura imprendibile. Da subito. Quando sbarca a palazzo Raffaello a giugno 2015 gli raccontano che la Regione ha 261 siti aperti. E lui non solo non viene travolto da infarto ma convoca gli informatici e chiede entro un mese un sito unico con dentro tutto. E così avviene. C'è l'episodio in cui non funziona la rete dei telefoni e l'operatore li sistema ma non al top. E lui, sistema binario alla mano, spiega per filo e per segno come invece si deve procedere. Naturalmente i telefoni vanno a posto.
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Corriere Adriatico