IL CASO ANCONA Rifondazione comunista dà il benservito allo Spazio Comune

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IL CASO

ANCONA Rifondazione comunista dà il benservito allo Spazio Comune Heval. Sbarrato l'accesso ai locali di via Macerata 22, sede delle segreterie di Rc, dove il collettivo tre anni fa aveva avviato diverse attività tra cui la raccolta di beni per le popolazioni colpite dal sisma del 2016, doposcuola, lo sportello di orientamento sanitario, la Polisportiva antirazzista Assata Shakur. «Tre anni fa alcuni esponenti locali di Rc - scrive in una nota il collettivi - chiesero al nostro collettivo se eravamo interessati ad utilizzare un loro locale situato in via Macerata 22. Accettammo subito firmammo un contratto di comodato d'uso gratuito, impegnandoci a pagare le utenze, accordo sempre rispettato. A fine 2018 ci è stato comunicato che un'associazione appena nata, che nessuno di noi conosceva, era interessata ad affittare il nostro spazio. Ci siamo subito mossi per presentare una nostra offerta, rivendicando il diritto di prelazione e confidando che un partito che si definisce comunista si dimostrasse sensibile nei confronti delle attività svolte all'interno dello Spazio Comune Heval. Siamo arrivati a fare una proposta di affitto - ricostruisce il collettivo - che secondo semplici ragioni matematiche ci avrebbe dovuto permettere di tenere lo spazio, ma i cari rappresentanti di un partito, che peraltro è da anni completamente assente nella nostra città, hanno rifiutato anche questa offerta perché a loro detta hanno bisogno di un forte anticipo per pagare i debiti delle banche. Il 6 marzo, come tutti i mercoledì, i bambini e gli educatori che frequentano il doposcuola si presentano allo Spazio, ma le attività non possono svolgersi perché inaspettatamente la serratura della porta è stata cambiata. Ci vengono date due ore al giorno per due giorni per traslocare 3 anni di attività. Con supervisione dei membri di Rc e della vigilanza privata. Quella che fino a qualche giorno prima era stata la nostra casa si trasforma in un luogo da cui andarsene in fretta».

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Corriere Adriatico