I NUMERI Ormai dall'ultima settimana di agosto, la curva del contagio mostra

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I NUMERI
Ormai dall'ultima settimana di agosto, la curva del contagio mostra un'evidente e costante flessione, con un tasso d'incidenza che ieri è sceso a 42,81 casi ogni 100mila abitanti. Un dato che fa tirare un sospiro di sollievo, anche se è ancora presto per valutare l'eventuale effetto-scuole, che potrebbe palesarsi nei prossimi giorni. Intanto, però, la corsa del virus ha frenato e se nella settimana tra il 23 ed il 29 agosto l'incidenza era schizzata ad 86 casi ogni 100mila abitanti con le province di Fermo e Macerata arrivate addirittura, rispettivamente, a 127 e 125 -, già da quella successiva si era registrato un sensibile cambio di rotta, con il dato sceso a 68,3.

Il calo più marcato
Calo diventato ancor più marcato nei sette giorni tra il 13 ed il 19 settembre, quando il numero si è assestato su 52. Ed il trend si sta mantenendo anche nella settimana in corso: il tasso d'incidenza è passato dai 51,95 casi ogni 100mila abitanti di lunedì, ai 49,55 di martedì, scendendo sotto la soglia di 50 individuata dal governo come uno dei tre parametri per restare in zona bianca. Mercoledì il dato è ulteriormente diminuito arrivando a 44,82 e ieri, si diceva, si è raggiunto un 42,81 che non si centrava dalla fine di luglio. Nel complesso di un trend in generale positivo, due province, però, mostrano una frenata meno netta e, ormai da inizio agosto, fanno registrare tassi d'incidenza molto più alti rispetto agli altri territori. Si tratta del Maceratese e del Fermano che, anche nell'ultima settimana piena presa in esame, ovvero quella tra il 13 ed il 19 settembre, hanno indossato la maglia nera regionale: un'incidenza di 68,6 nel primo caso e di 61,1 nel secondo, quando l'Anconetano si è fermato a 29,5 dall'inizio del mese è la provincia con il tasso più basso -, l'Ascolano a 49,4 ed il Pesarese a 34,7.
L'andamento della campagna

Non sembra essere un caso che la situazione appaia speculare rispetto all'andamento della campagna vaccinale, con l'Anconetano che presenta, in media, la percentuale di copertura più alta ed il Maceratese la più bassa. Nella giornata di ieri, stando a quanto comunicato dal Servizio Salute della Regione nel bollettino quotidiano, su 87 nuovi casi individuati per un totale di 1662 tamponi eseguiti nel percorso diagnostico di screening , 41 sono stati rilevati nella provincia di Pesaro, 16 in quella di Macerata, nove nel Fermano, otto nell'Anconetano e sette nell'Ascolano. Sei, invece, sono i casi che provengono da fuori Regione. Stabile, invece, la situazione negli ospedali, dove i posti letto occupati sono rimasti invariati sia nelle terapie intensive (21), sia nei reparti di area medica (37). L'unica piccola variazione si è registrata nella semi intensiva, con un ricovero in più rispetto al giorno precedente (da 21 a 22). Dei 21 pazienti in Rianimazione, solo tre avevano completato il ciclo vaccinale, mentre in area medica il dato è di sette su 37. Tradotto in percentuali, l'82% circa delle ospedalizzazioni per Covid riguarda soggetti non coperti dal vaccino, o coperti solo in parte, con una dose somministrata su due. Un quadro che conforta rispetto all'efficacia dimostrata dai farmaci anche contro la variante Delta. Il dato più positivo è che, ieri, non ci sono stati decessi ed il totale è dunque rimasto fermo a 3068. Dall'inizio della pandemia, a pagare il prezzo più alto è stata la provincia di Pesaro Urbino, con 988 vittime di Covid, seguita a breve distanza dall'Anconetano con 974 morti. Macerata ne ha contati 525, mentre Fermo 296. Nell'Ascolano ce ne sono stati infine 249.
Martina Marinangeli
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Corriere Adriatico