I danni materiali invece sono ingenti, sicuramente superiori ai 50 milioni di euro

I danni materiali invece sono ingenti, sicuramente superiori ai 50 milioni di euro
I danni materiali invece sono ingenti, sicuramente superiori ai 50 milioni di euro solo di conseguenze dirette. L'intera città, invitata a tenere le finestre chiuse e non uscire...

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I danni materiali invece sono ingenti, sicuramente superiori ai 50 milioni di euro solo di conseguenze dirette. L'intera città, invitata a tenere le finestre chiuse e non uscire se non per necessità, ieri ha dovuto scalare la marcia per il timore che la nube di fumo spinta dal vento verso l'interno contenesse sostanze tossiche. Il sindaco Valeria Mancinelli ha subito disposto la chiusura di scuole, università, parchi, impianti sportivi e musei. Diversi negozi, specie nel quartiere degli Archi, sono rimasti chiusi, mentre la cenere raggiungeva anche quartieri distanti dal porto, come Monte Dago. Lo stop alle scuole e ad altre attività è stato prolungato precauzionalmente ad Ancona anche per la giornata di oggi, quando arriveranno i risultati definitivi dei rilievi dell'Arpam. Anche se le prime analisi hanno escluso «evidenze di sostanze tossiche nell'aria - spiegava ieri sera il Comune - i materiali bruciati fino ad ora valutati non erano di tipo pericoloso». Scuole chiuse ieri anche a Falconara (oggi riapriranno), mentre in diversi comuni vicini, Sirolo, Numana, Montemarciano, hanno chiuso le finestre evitando di far uscire i ragazzi per la ricreazione. La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo sul maxi-rogo, per ora senza escludere nulla, almeno finché i vigili del fuoco non riusciranno a entrare nel capannone per un sopralluogo. Ma l'ipotesi più probabile, almeno dai primi accertamenti affidati alla Squadra mobile, sembrerebbe di natura accidentale, innescata forse da un corto circuito.

Edoardo Danieli
Lorenzo Sconocchini
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Corriere Adriatico