Giù i pini storici di largo Belvedere L'ira dei residenti

Giù i pini storici di largo Belvedere L'ira dei residenti
L'AMBIENTEANCONA Ha suscitato un'ondata emotiva tra gli abitanti della zona di Largo Belvedere, l'abbattimento, ieri mattina, di una decina di grandi pini che adornano la salita...

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L'AMBIENTE
ANCONA Ha suscitato un'ondata emotiva tra gli abitanti della zona di Largo Belvedere, l'abbattimento, ieri mattina, di una decina di grandi pini che adornano la salita da via Oddo di Biagio, a ridosso delle antiche mura. Alle proteste gli operatori incaricati del taglio hanno opposto la motivazione del provvedimento della Giunta: gli alberi causano con la ramificazione delle radici un dissesto alla strada sottostante e al marciapiedi. Insoddisfatti della spiegazione, gli abitanti hanno delegato Flavia Emanuelli, residente in via Oddo di Biagio, a indirizzare al sindaco Valeria Mancinelli una lettera aperta. «Contro l'abbattimento di nove pini storici non malati in Largo Belvedere». Le radici rovinano la strada e impediscono il rifacimento del marciapiede? «La manutenzione dell'area argomenta la Emanuelli - poteva essere realizzata con modalità diverse, per esempio ancorando gli alberi con funi di acciaio, mantenendo l'immagine storica dell'area e salvaguardando un bellissimo brano di paesaggio urbano dell'Ancona novecentesca che, oltre a qualificare l'area, contribuiva al miglioramento del microclima in una zona ad alta densità edilizia». Nella lettera si sottolinea tra l'altro «che se si parla di decoro urbano, il Comune potrebbe intervenire a pochi metri di distanza, in via Goito, dove sono state installate ben 5 centraline (per la fibra ottica?) addossate alle mura storiche della città, e fare il marciapiede dove c'è solo asfalto rappezzato». E dove sono stati tempo fa abbattuti altri alberi storici per piantare giovani alberelli, come pure davanti alla Facoltà di Economia a Villarey. Si lamenta, in conclusione, la mancata informazione, o una consultazione con gli abitanti del quartiere «che assistono impotenti e profondamente addolorati a questa opera di distruzione che altera profondamente e irreversibilmente una parte del centro storico».

l. nicc.
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Corriere Adriatico