Gli istituti professionali probabilmente sono i più colpiti dalla didattica a distanza. I tanti laboratori di pratica sono impossibili da ripetere a casa e la mancata continuità...
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Filippo, come hai vissuto questo periodo di didattica a distanza?
«È stato un periodo difficile, le connessioni non vanno, non tutti sanno usare le piattaforme oppure quando facciamo i compiti in classe spesso non funzionano. Non tutti poi si collegano o per problemi tecnici c'è chi entra ed esce dalla classe virtuale. Non c'è serietà come quando invece si è a scuola».
Lunedì tornerete in classe, hai paura di un eventuale contagio vista la situazione generale?
«Sì. La paura c'è. A scuola siamo tutti insieme in un'unica stanza, inoltre cerchiamo di stare attenti, ma c'è sempre qualcuno che magari per qualche minuto non porta la mascherina o non rispetta al 100% le regole. I professori sono puntuali nel far in modo che ciò non avvenga, ma non è facile».
A giugno avrai gli esami. Sei preoccupato per la preparazione?
«Sono molto preoccupato. Non solo io, ma anche chi è molto più studioso e bravo di me. Sono 2 anni che non facciamo scuola seriamente, la situazione è veramente difficile. Almeno quando si andava a scuola avevi una persona fisica davanti a te che spiegava e anche solo ascoltando i concetti ti rimanevano in mente, finora invece con la Dad non è stato facile seguire dall'inizio alla fine le lezioni proprio per i tanti problemi tecnici o distrazioni che uno può avere stando a casa».
Le manca la scuola in presenza?
«Non avrei mai pensato di dirlo, ma non vedo l'ora di tornare in classe».
Riccardo Antonelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico