Doveva essere una grande festa, probabilmente è stata di più. A spanne, molto di più: solo la controprova del tempo potrà misurare la dirompenza e la generosità dell'annuncio...
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Il secondo dono
Che è il secondo dono: ecumenico, dedicato ai giovani e alle vocazioni, scia lunga del sinodo dello scorso autunno. Un dono, annunciato, che si intreccia invece con un progetto a sorpresa, noto solo a metà. È la second life di Montorso e del centro Giovanni Paolo II che da sede pastorale e di congressi diventerà «polo spirituale - specifica Bergoglio nel suo discorso all'uscita dalla basilica - a servizio della pastorale vocazionale in Italia e a livello internazionale». E perché Loreto diventi «luogo privilegiato dove i giovani cerchino la propria vocazione» Bergoglio non lascia contorni sfumati all'indirizzo strategico: Montorso di Loreto, luogo baricentrico in Italia, «si presta per diventare luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia». Il progetto è già pronto dopo la chiusura e i sette licenziamenti.
Iniezione di energia
Basterebbe già questo come iniezione di energia straordinaria: Montorso a metà degli Anni 90 era stato un regalo di Giovanni Paolo II. E oggi il dono si rinnova. Ma Bergoglio chiede a Loreto - cioè ai cappuccini, custodi della basilica - anche di allargare il suo cuore pulsante, la Santa Casa, ed «estendere l'orario di apertura durante la tarda serata e l'inizio della notte». Scandisce: «l'inizio della notte sì, quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione». Papa Francesco chiede che Loreto sia casa dei giovani, delle famiglie e dei malati. E ai giovani indica Maria come guida nelle tappe per la ricerca della vocazione: ascolto, discernimento e decisione, proprio come accade durante l'Annunciazione. Senza lasciare, anche qui, spazio ad interpretazioni ambigue. Quindi: «la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna assume un'importanza essenziale». E inoltre: «famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale ma camminare strettamente uniti». Una mezza rivoluzione e un giorno che Loreto potrebbe ricordare per i prossimi 30 anni.
Andrea Taffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico